28 marzo 2024
Aggiornato 11:30

Lavoro, CGIL Liguria: aumenta la disoccupazione femminile

L’occupazione tra conferme e contraddizioni

GENOVA - Questa mattina presso la sede della Fisac di Genova la CGIL Liguria ha presentato i dati sull’occupazione regionale elaborati dall’Ufficio Economico del Sindacato. Presenti all’iniziativa Renzo Miroglio Segretario Generale CGIL Liguria e Bruno Spagnoletti responsabile dell’Ufficio Economico. I dati medi Istat 2008 registrano un aumento della forza lavoro - che raggruppa chi lavora e chi lo cerca - di 6 mila unità, risultato ben lontano dai 13 mila registrati nel 2007. Nel 2008 le forze lavoro liguri erano 688 mila unità (387 mila uomini e 301 mila donne). L’incremento di 6 mila unità avvenuto quest’anno è il frutto di 2 mila nuovi occupati e di 4 mila persone in cerca di occupazione; questi ultimi arrivano a sfiorare le 37 mila unità. In particolare è la componente femminile a foraggiare l’esercito dei disoccupati: con un incremento del 30% rispetto al 2007, sono 5 mila in più le donne in cerca di occupazione. Qualche sorpresa ci riserva anche il dato sui nuovi occupati; i 2 mila lavoratori in più del 2008 infatti sono prevalentemente lavoratori autonomi, che arrivano a rappresentare il 29% della forza lavoro della regione: l’occupazione dipendente (71%) è infatti rimasta nel 2008 sostanzialmente invariata.

Dopo anni di relativa stabilità, inizia ad aumentare anche il tasso di disoccupazione che nel 2008 si attesta in Liguria al 5,4%, ossia 0,6 punti percentuali in più rispetto al 2007. Stabile o in lieve discesa, quello maschile, in aumento quello relativo alle donne. Ancora una volta sono le lavoratrici a pagare gli effetti della crisi economica: il tasso di disoccupazione femminile, che dal 2005 al 2007 era in discesa, nel 2008 ha iniziato ad aumentare registrando una variazione di 1,3 punti percentuali, attestandosi al 7%.

Una breve analisi sull’occupazione dei settori produttivi ripropone la preminenza del terziario sugli altri comparti. Dallo studio più approfondito dei dati è emerso che l’occupazione nelle industrie è diminuita di 4 mila unità: risultato combinato della riduzione del lavoratori dipendenti di 8 mila unità e della crescita degli autonomi di 4 mila unità. L’occupazione nell’agricoltura è rimasta costante: la diminuzione dei dipendenti è stata compensata da un equivalente aumento degli indipendenti (un migliaio di unità circa) È invece cresciuta di 6 mila unità l’occupazione relativa ai servizi e al terziario, che ha riscontrato un aumento di circa 10 mila lavoratori dipendenti ed un calo di circa 3 mila lavoratori autonomi.

L’espressione in percentuali della distribuzione dei lavoratori per settori sottolinea inoltre come l’economia ligure si stia sempre più terziarizzando a discapito della progressiva marginalizzazione dell’industria manifatturiera: le industrie occupano il 20,5% del totale dei lavoratori (suddivisi a loro volta tra il 13,1% della manifattura e il 7.4% delle costruzioni), l’agricoltura occupa il 2,5%, mentre il restante 77,1% dei lavoratori è occupato nell’ambito del terziario.

Per Bruno Spagnoletti curatore del report, l’elaborazione comparata dei dati medi 2008 sull’occupazione ligure, conferma le stime già evidenziate con l’analisi delle dinamiche congiunturali dell’economia della Regione «Preoccupa l’aumento sensibile delle persone in cerca di occupazione ed in particolare delle donne. Il tasso di disoccupazione – dopo molti anni – interrompe la discesa virtuosa e il percorso di allineamento agli indici del Nordovest e riprende a salire in particolare per la componente femminile (7%). Crea inquietudine la forte caduta dell’occupazione dipendente nell’industria in senso stretto di oltre 6 mila unità; una contrazione destinata ad aggravarsi con il procedere della crisi e della recessione nel corso del 2009» In buona sostanza i dati sulla occupazione 2008, confermano i limiti e le contraddizioni strutturali dell’economia e del mercato del lavoro regionale, più volte sottolineate da Spagnoletti che così riassume «La progressiva e preoccupante contrazione dell’industria e della occupazione manifatturiera ligure che ormai copre la soglia minima del 13,1% dell’intera occupazione ligure; la marcata terziarizzazione dell’economia ligure non sempre posizionata in termini di innovazione; la debolezza dell’occupazione femminile e la ripresa del tasso di disoccupazione;»

Renzo Miroglio Segretario Generale CGIL Liguria sottolinea come i dati a consuntivo confermino tutte le stime CGIL e come ciò dimostri - grazie al lavoro prezioso dell’Ufficio economico - una buona capacità di interpretazione «Del resto c’è poco da aggiungere alla crudezza dei dati: si tratta dei definitivi 2008, che segnalano già un trend negativo, in particolare per l’occupazione femminile e per l’aumento di coloro che sono in cerca di lavoro. L’aumento relativo del lavoro autonomo in corrispondenza della riduzione del lavoro dipendente non è segnale di particolare positività: se uno dei limiti strutturali del nostro sistema è il nanismo delle imprese, il lavoro autonomo lo implementa. Noi avremmo bisogno di fare crescere le dimensioni di impresa incentivando le aggregazioni, mettendo a sistema le singole filiere, creando centri di servizio integrati, diffondendo l’innovazione per elevare la competitività del nostro sistema produttivo» e conclude «Restano immutate, anzi accrescono, le preoccupazioni per l’immediato futuro occupazionale e reddituale di tantissime persone, anche per il considerevole ritardo con cui il governo nazionale sta procedendo alla definizione dell’accordo con le Regioni per i cosiddetti ammortizzatori in deroga e altre provvidenze».