4 maggio 2024
Aggiornato 18:30

G20: accordo su più fondi e regole. Obama: svolta per ripresa

Usa e GB rinunciano a stimoli. Lotta a paradisi fiscali

LONDRA - Alla fine l'accordo c'è stato, anche se non ha portato gli stimoli di rilancio dell'economia chiesti dagli Stati Uniti e dai padroni di casa britannici. I leader del G20 hanno deciso di destinare 1.100 miliardi di dollari in prestiti e garanzie per i paesi in difficoltà, di agire in modo deciso contro i paradisi fiscali e gli hedge funds, e di creare un organismo di supervisione per gestire i problemi del sistema finanziario globale.

Alla fine ha quindi prevalso la linea europea di non allentare eccessivamente i cordoni della borsa e il rigore dei conti pubblici, già messo a repentaglio dalla drammatica crisi economica, e di puntare soprattutto sul tentativo di rafforzare l'etica nel sistema finanziario. Ora l'appuntamento è in autunno, quando i venti leader si incontreranno di nuovo in Giappone per il terzo vertice di questo tipo. I 1.100 miliardi di dollari sono stati così suddivisi: 750 miliardi, ossia il triplo di prima, destinati al Fmi, 250 miliardi per finanziare il commercio e 100 miliardi per le banche per lo sviluppo multilaterale.

Il direttore generale del Fondo monetario, Dominique Strauss-Kahn, che in un'intervista aveva esortato i partecipanti al vertice ad affrontare con chiarezza il problema degli asset tossici che ostruiscono il funzionamento del sistema bancario, ha accolto con favore la decisione, spiegando che l'istituzione ha ora «la potenza di fuoco per fare quello di cui il mondo ha bisogno».

«Oggi i più grandi paesi del mondo si sono messi d'accordo su un piano globale per la ripresa e la riforma dell'economia», ha commentato il padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha sottolineato come siano state «smentite le previsioni più pessimistiche» di una spaccatura insanabile tra le due sponde dell'Atlantico. E l'inquilino della Casa Bianca Barack Obama ha parlato di un «vertice molto produttivo», che rappresenterà una vera «svolta» sul percorso del rilancio dell'economia. E il francese Nicolas Sarkozy, che nei giorni passati aveva minacciato di lasciare la sala in caso di «mezzi compromessi», ha ammesso: «Non avremmo mai pensato di raggiungere un accordo così importante».

«Per la prima volta abbiamo un approccio comune alla ripulitura delle banche nel mondo, in modo da ristrutturare il sistema finanziario globale. Abbiamo mantenuto il nostro impegno di aiutare i più poveri del mondo», ha detto Brown. I leader si sono impegnati a rinunciare al protezionismo e hanno destinato 25 miliardi di dollari in sostegno al commercio internazionale per aiutare le economie meno sviluppate e più in difficoltà. Inoltre sono state stabilite nuove regole per legare i compensi dei managers ai risultati ottenuti.