Boom della CIG, Sacconi contro Cgil: no a stress sociale
Oltre 560mila lavoratori in cassa: «realtà supera immaginazione»
ROMA - Nuovo duro scontro tra la Cigl e il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, scatenato questa volta dai dati sul forte aumento dei lavoratori in cassa integrazione. Secondo i dati diffusi da Corso Italia, nei primi due mesi dell'anno il numero dei lavoratori in Cig è salito a oltre 560mila, un «aumento disastroso» che dimostra come la realtà della crisi economica sia «peggio dell'immaginazione».
CIFRE GIA' NOTE AL MINISTRO - Cifre preoccupanti che però, per Sacconi, erano già note e hanno quindi solo l'effetto di «esasperare» la situazione. «La cosa peggiore in questa crisi così dura e vera - ha accusato il ministro - è quella di aggiungervi ulteriori ragioni di stress sociale, il cui esito sarebbe l'autoannichilimento di una società per fortuna ancora ricca di potenzialità». Un affondo respinto al mittente dalla Cgil, che ritiene invece il governo responsabile di acuire lo stress sociale con il suo «immobilismo», la sua «pretenziosa autosufficienza» e le «accuse gratuite» al sindacato.
Nei primi due mesi dell'anno - in base ai dati elaborati da Corso Italia - i lavoratori coinvolti dai processi di Cig sono oltre 483mila, nei settori industria, commercio ed edilizia. A questi vanno aggiunti quelli interessati dalla cassa integrazione in deroga, «stimabili in non meno di 80mila unità». In totale, quindi, oltre mezzo milione di persone in Cig: in rapporto alle ore di lavoro perse, «è come se l'occupazione si fosse ridotta di oltre 212mila lavoratori nei soli due mesi del 2009». Solo a febbraio, in particolare, il ricorso alla Cig è aumentato del 201,63% (nel primo bimestre +155,53%). Tutti i settori di produttivi, inoltre, sono coinvolti e le situazioni peggiori sono nella metalmeccanica (+782,97%), nella metallurgia (+768,81%), nella chimica (+592,38%), nei trasporti e comunicazioni (+851,48%). L'impatto della crisi sul territorio è più o meno omogeneo, «nel senso che è un disastro dappertutto». Ma particolarmente grave è l'aumento della cassa integrazione in Piemonte (+272,99%), in Lombardia (+263,20%), in Trentino (+276,89%), in Umbria (+999,32%) e nelle Marche (+299,32%).
PRODUZIONE INDUSTRIALE - «I dati sulla produzione industriale - ha sottolineato la segretaria confederale Susanna Camusso - dicono che la crisi si approfondisce, come temevamo, e i segnali connessi all'occupazione non inducono all'ottimismo». L'unica novità positiva «nella tragedia» - evidenzia tuttavia la Cgil - è che aumentano i decreti ministeriali che prevedono contratti di solidarietà (+43,75%), pur restando «solo il 13,86% del totale». Questa realtà, secondo il sindacato guidato da Guglielmo Epifani, «è un indice che tra i lavoratori c'è una ricerca e una disponibilità di solidarietà. Disponibilità che non trova adeguatamente riscontro nè nel governo nè nei soggetti economicamente forti di questo Paese».
Non si è fatta attendere la risposta del ministro del Welfare. «La Cgil e certa opposizione politica - ha attaccato Sacconi - stanno esasperando ogni cosa, rilanciando quotidianamente dati già noti come fossero il peggioramento del giorno, organizzando processi sommari a ogni intenzione, come nel caso del Testo unico sulla sicurezza, disegnando un'Italia spaccata in fazioni e classi e un governo che vuole le morti bianche e il saccheggio del territorio, nemici da abbattere nel nome di una campagna di odio sociale. I giusti appelli del presidente della Repubblica - ha concluso - continuano così a essere disattesi».
Toni duri che hanno suscitato l'immediata reazione di Corso Italia, che ha rigettato sull'esecutivo la responsabilità di aumentare il livello di tensione nella società. «Non è richiamando l'attenzione sugli effetti, quelli sì 'devastanti', della crisi sui lavoratori che si fa 'stress sociale' - ha replicato la Cgil - ma è nell'immobilismo del governo, nella sua pretenziosa autosufficienza e nelle accuse gratuite lanciate alla Cgil di alimentare una 'campagna di odio sociale', che si esasperano gli animi dei lavoratori».