Borsa: Mercati Asia contrastati, impennata yen penalizza Tokyo
Nikkei perde 0,33 per cento. Cautela dopo manovra anticrisi Fed
Dopo quattro giorni consecutivi di rialzi, seduta contrastata per i mercati asiatici, nonostante le notizie sulle nuove manovre anticrisi della Federal Reserve. Gli operatori hanno accolto con cautela la decisione della Banca Centrale americana di acquistare titoli di stato Usa per un totale di 300 miliardi, una mossa del tutto inattesa che non si verificava dagli anni '60.
La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso la sua giornata di contrattazioni, scontando le vendite sull'export per l'improvvisa impennata dello yen sul dollaro. Un biglietto verde è scambiato con 95,40 yen, con una variazione di -3,16 yen rispetto a ieri a Tokyo. L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha perso 26,21 punti, pari allo 0,33 per cento, scendendo a 7.945,96 punti. Negativo, al momento anche l'indice sudcoreano Kospi, che sta lasciando sul terreno lo 0,70%.
In territorio positivo, invece, la Borsa di Shanghai, che a contrattazioni in corso, guadagna oltre l'1,70% e l'indice australiano, che registra un rialzo di quasi un punto percentuale. Modesti i guadagni per l'Hang Seng di Hong Kong e per la borsa indiana. Positivi, per ora, anche gli indici di Singapore, Taiwan, Indonesia e Filippine.
L'annuncio sulla iniezione di liquidità nel sistema finanziario americano da parte della Federal Reserve «ha rafforzato la fiducia nel mercato», ha spiegato Daphne Roth, di Abn Amro a Singapore, citata dal sito di Bloomberg. «Ma in sostanza, si tratta di un fatto negativo perché indica il timore che la fiducia nel dollaro possa crollare da un momento all'altro», ha commentato da parte sua Tomomi Yamashita, fund manager di Shinkin Asset Management a Tokyo.
Ieri il Dow Jones ha guadagnato l'1,23% a 7.486, mentre l'S&P 500 ha registrato un rialzo del 2,09% a 794; il Nasdaq è avanzato dell'1,99% a quota 1.491. Una performance che ha premiato la decisione della Fed di confermare i tassi d'interesse in una forchetta dello 0,00%-0,25% e di annunciare l'ampliamento del programma di acquisto di asset MBS (titoli obbligazionari garantiti dai mutui ipotecari) di altri 750 miliardi di dollari.
A sorprendere il mercato è stata però la notizia relativa all'acquisto di Treasury per un totale di 300 miliardi. Si tratta di un'azione destinata a sostenere l'economia reale, perché provocherà un abbassamento dei rendimenti dei tassi su mutui e obbligazioni societarie, che sono legati a quelli dei Treasuries. L'ultima volta che la Fed intraprese azioni destinate a influenzare i tassi di interesse a lungo termine fu quando l'amministrazione Kennedy concepì la cosiddetta «Operation Twist».
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