Cassazione: Mini-tangente basta per licenziare in pubblico impiego
Sentenza dopo 27 anni su funzionario Comune Roma per 50mila lire
ROMA - Basta accettare una mini-tangente da 50mila lire, oggi circa 25 euro, per essere licenziati: la Cassazione ricorda che con i doveri di correttezza e fedeltà non si scherza, soprattutto nel pubblico impiego. E chi non rispetta i propri doveri deve sapere che rischia di perdere il lavoro. Anche se la decisione arriva dopo 27 anni, come in questo caso.
I giudici della sezione lavoro hanno infatti confermato il licenziamento di un funzionario del Comune di Roma che nel 1982 aveva ricevuto una minitangente da 50mila lire per chiudere un occhio su una multa elevata ad un imprenditore. Davanti al giudice penale il funzionario, imputato di concussione, era stato condannato, con il rito abbreviato, ad una pena minima ma il Campidoglio lo ha licenziato ugualmente nel 1999. La massima sanzione disciplinare era stata confermata sia in tribunale sia in Corte d'appello.
Il funzionario arriva così in Cassazione dove sottolinea che il contratto collettivo non prevede espressamente il licenziamento in caso di condanne per concussione. E nel ricorso la difesa sottolinea anche che si trattava di una somma assai modesta. Ma la Corte, con la sentenza 5581, è di tutt'altro avviso. E' vero infatti che nel contratto collettivo non si parla di concussione ma, rileva la Cassazione, ma si fa riferimento a «condanne penali per reati commessi con l'abuso della funzione pubblica». In questo caso dunque, sebbene la condanna sia ridotta, il licenziamento è legittimo e non c'è differenza tra tangenti «mini» e «maxi». Insomma, come si dice in alcuni casi: basta il pensiero.
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