19 aprile 2024
Aggiornato 08:00

Scioperi: Sindacati base contro ddl Sacconi e Cisl, Uil, Ugl

Nella lista dei sindacati verso cui si scagliano i sindacati di base non risulta la Cgil: una omissione che non esclude prossime alleanze

ROMA (Apcom) - Dura presa di posizione dei sindacati di base - Cub, Cobas e Sdl - contro il disegno di legge Sacconi e i sindacati che hanno mostrato aperture verso il nuovo esercizio del diritto di sciopero che verrebbe concesso solo alle organizzazioni con almeno il 50% di rappresentatività: «Contro questo ennesimo tentativo di eliminare il diritto di sciopero - si legge in un comunicato congiunto dei tre sindacati di base - rispondiamo con la mobilitazione immediata contro Governo e padroni, Cisl, Uil e Ugl».

Nella lista dei sindacati verso cui si scagliano i sindacati di base non risulta la Cgil: una omissione che non esclude prossime alleanze, tra i due raggruppamenti, nella battaglia contro le norme innovative introdotte dal ddl Sacconi prevalentemente per regolare il diritto allo sciopero nel settore dei trasporti. Novità che però avranno sicuramente ripercussioni anche negli altri settori lavorativi.

Attacco alla Democrazia - «L'attacco al diritto di sciopero - sottolinea il comunicato di Cub, Cobas e Sdl - è un attacco alla democrazia: con le nuove norme previste dal Governo sul diritto di sciopero si sta andando rapidamente verso un nuovo e pericolosissimo capitolo del più vasto tema della limitazione delle libertà sindacali e costituzionali, della democrazia nel mondo del lavoro e nella società».

I tre sindacati reputano quindi «illegittima e autoritaria l'ipotesi di consegnare lo sciopero, che è un diritto individuale sancito dalla Costituzione, alla disponibilità gestionale di sindacati che rappresentino il 50% dei lavoratori; assurdo perché in molte aziende la sindacalizzazione non arriva neanche al 50%». Netta contrarietà anche per «il referendum preventivo che tende a dilazionare e snaturare l'azione di sciopero, già oggi estremamente contrastata dalle limitazioni della Commissione di Garanzia e dai ripetuti divieti del governo. Altrettanto improponibile è l'adesione preventiva allo sciopero, un non senso giuridico che prevederebbe l'impossibilità del singolo di poter mutare il proprio atteggiamento rispetto ad un'azione sindacale indetta».

Sciopero virtuale inaccettabile - «Inaccettabile infine - sempre per i sindacati di base Cub, Cobas e Sdl - la forma di lotta virtuale che di fatto elimina il diritto di sciopero ed assegna alle parti la capacità-volontà di individuare la 'penale' per l'azienda in caso di 'sciopero lavorato', mentre ai lavoratori si ritira l'intera giornata di lavoro: quindi la perdita secca della giornata per il lavoratore ed una impercettibile riduzione dei profitti per l'azienda». Per difendere il diritto di sciopero e la democrazia sindacale, il sindacalismo di base ha indetto una manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo e uno sciopero generale per il 23 aprile.