Sindacati: chi è causa dei suoi mal pianga se stesso
ADUC: «Da almeno tre lustri ripetiamo ai sindacati che la loro controparte è il datore di lavoro e non l'utente»
ROMA - Chi e' causa dei suoi mal pianga se stesso. Questo frase potremmo ben applicarla ai sindacati, tutti, che negli ultimi anni hanno prodotto danni alla loro immagine, ai lavoratori e gli utenti. Da almeno tre lustri ripetiamo ai sindacati che la loro controparte e' il datore di lavoro e non l'utente il quale non va tenuto per il collo perché in questo modo si ottiene quanto richiesto. Nel corso degli anni abbiamo suggerito ai sindacati forme di sciopero «virtuale».
Un esempio vale per tutti: si può omettere il controllo dei biglietti sui treni, in questo modo il cittadino può viaggiare e il danno si trasferisce ai gestori per il mancato introito. Perché si e' contrapposto il diritto del cittadino-utente a quello del cittadino-lavoratore? Abbiamo più volte fatto proposte per creare sinergie tra le rivendicazioni sindacali e il rispetto delle esigenze dell'utente. La risposta e' stata la riproposizione di metodi che risalgono ai primi del '900.
La nuova proposta di regolamentazione dello sciopero solleva una serie di interrogativi: se uno sciopero può essere proclamato dai sindacati che rappresentano almeno il 51% dei lavoratori interessati, quali diritti hanno i lavoratori del restante 49%? Come si fa a prevedere uno sciopero «virtuale» a causa del quale si ha la sottrazione della paga e si impone la presenza lavorativa? Insomma, siamo arrivati al «redde rationem« dopo la debacle sindacale sul caso Alitalia, che ha dimostrato tutta l'incapacità dei sindacati di dare risposte razionali e non corporative ai problemi.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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