2 maggio 2024
Aggiornato 05:30
In risposta alla crisi finanziaria

La Commissione aumenta la flessibilità dei Fondi strutturali

Il termine entro cui i paesi della UE devono usare le dotazioni loro assegnate nel periodo di finanziamento 2000-2006 viene esteso e si introducono meccanismi atti a garantire una maggior efficacia dei finanziamenti erogati

In risposta alla crisi economica e finanziaria, il commissario alla politica regionale Danuta Hübner ha annunciato un pacchetto di decisioni della Commissione europea affinché gli Stati membri possano fare un uso più flessibile dei Fondi strutturali. Il termine entro cui i paesi della UE devono usare le dotazioni loro assegnate nel periodo di finanziamento 2000-2006 viene esteso e si introducono meccanismi atti a garantire una maggior efficacia dei finanziamenti erogati.

Commentando la decisione di prorogare il termine dei progetti e dei pagamenti di 6 mesi fino al 30 giugno 2009, il commissario Hübner ha affermato: «Stiamo facendo di tutto affinché ogni euro dei Fondi strutturali sia speso in modo efficace e stiamo adeguando la politica di coesione alla nuova realtà economica per consentire agli Stati membri di ottimizzare gli investimenti nell’UE in quanto eccellente rimedio anticrisi.»

Termini prorogati per 4 Fondi strutturali - A seguito di un invito della Commissione, gli Stati membri hanno chiesto di prorogare l’ammissione al finanziamento di 385 programmi di politica di coesione su 555 del periodo 2000-2006, se i fondi non risultassero interamente utilizzati. La proroga del periodo di ammissibilità riguarda i 4 Fondi strutturali all’epoca in vigore: Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo (FSE), Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEAOG) e Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP).

La flessibilità concessa permetterà agli Stati membri e alle regioni di realizzare e portare a termine un maggior numero di progetti in loco. La Commissione vuole che sia data precedenza a settori e misure «ad alto ritorno», come l’investimento nell’efficienza energetica, nella creazione di posti di lavoro «verdi», nel risparmio energetico, nel sostegno a tecnologie non inquinanti e in settori come l’edilizia e l’industria automobilistica.

Cinque volte maggiore flessibilità - La Commissione ha anche deciso di consentire agli Stati membri e alle regioni una maggior flessibilità nell’assegnazione di finanziamenti per varie priorità. Finora, le autorità di gestione avevano un margine di flessibilità del 2% per trasferire finanziamenti da un cosiddetto «asse prioritario» (settore strategico di spesa di ogni programma operativo della politica di coesione) all’altro.

«La situazione economica odierna è molto diversa da quella del 2000, quando furono decise le priorità. Date le circostanze eccezionali in cui versano gli Stati membri, la Commissione ha deciso di aumentare di 5 volte la flessibilità tra priorità, dal 2 al 10%. Ciò permetterà agli Stati membri di destinare i finanziamenti restanti a progetti di maggior impatto» - ha commentato il commissario Hübner.