29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Contro il blocco della Sovrintendenza

Parco eolico: il Tar accoglie il ricorso della Regione

Amagliani: “ Riconosciuti i ruoli di ogni Ente e la rilevanza dell’opera”

Con una sentenza della scorsa settimana, il TAR delle Marche ha accolto la domanda di sospensiva da parte della Comunità montana di Camerino, alla quale si è aggiunta la Regione Marche, contro il decreto con cui la Soprintendenza ai Beni architettonici e al Paesaggio ha annullato l’autorizzazione rilasciata dalla stessa Regione al parco eolico pubblico di 34 MWe.

Grave pregiudizio - A giudizio del TAR, data la rilevanza dell’opera, il veto posto dalla Soprintendenza ha arrecato un grave pregiudizio agli Enti che hanno proposto il ricorso. Le argomentazioni portate dalla Soprintendenza, infatti, secondo il TAR sono andate oltre il semplice ruolo di verifica di eventuali difetti di istruttoria, andando a sindacare nel merito. Un’attività che spetta invece per competenza alla Regione attraverso l’apposita struttura che compie la valutazione dell’impatto dell’impianto sul paesaggio, mediante una complessa e approfondita procedura.

Ora il TAR ha chiesto che la Sovrintendenza torni a pronunciarsi nuovamente sull’autorizzazione rilasciata dalla Regione, fissando un termine di 45 giorni.
«La sentenza del TAR - sottolinea Amagliani – riconosce, quindi, quanto sostenuto anche in altre occasioni: non c’è stata da parte della Soprintendenza una corretta interpretazione delle norme e soprattutto dimostra di non conoscere il significato di collaborazione istituzionale, travalicando ruoli e attività con discutibili motivazioni a tutela del paesaggio. Le affermazioni della Sovrintendenza appaiono quindi generiche e assolutistiche quando ricorre al concetto di incompatibilità senza appello del parco eolico».

Estrema gravità del veto - «Altro punto fondamentale è che il TAR riconosce inoltre l’estrema gravità del veto della Sovrintendenza - prosegue Amagliani - in quanto posto contro l’iter di realizzazione di un’opera, evidentemente riconosciuta anche dal Tribunale amministrativo, fondamentale per il territorio regionale. Il parco eolico è, infatti, un importante tassello delle strategie che permetteranno di raggiungere gli obiettivi del PEAR. Al fine di diminuire il deficit di produzione di energia elettrica delle Marche e, allo stesso tempo, ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, è ormai un imperativo puntare sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Come dimostrano gli studi sul vento, nelle Marche l’energia eolica ha potenzialità molto elevate e grazie alle complesse procedure di valutazione, gli impianti possono essere inseriti nel paesaggio regionale con un impatto minimo.»

Le opportunità offerte dal risparmio energetico e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili come il vento, sono enormi: creano nuova e duratura occupazione, generano investimenti e innovazione, permettono di contrastare le cause degli sconvolgimenti del clima, ci rendono meno dipendenti dalle fonti fossili e generano le condizioni per evitare l’abbandono delle aree interne.

«Quattro anni fa – conclude Amagliani - entrava in vigore il Protocollo di Kyoto e la Regione approvava il PEAR. Oggi, mentre tutto il mondo parla di «Green new deal», dell’opportunità offerta dagli «eco-investimenti» per un rilancio «diverso e sostenibile» dell’economia, assistiamo stupefatti alla totale chiusura culturale di pezzi dello Stato e alla reiterazione di vecchie prassi tecniche, economiche e politiche, decisamente borboniche, che sicuramente non fanno bene agli interessi dei cittadini e del pianeta.» «Non si comprende quindi, questa forma di ostruzionismo da parte della Sovrintendenza contro l’eolico, meglio sarebbe un intervento più determinato a tutela di monumenti, paesaggi e beni ambientali progressivamente assediati da micro e macro iniziative immobiliari nelle aree costiere e vallive.»