18 aprile 2024
Aggiornato 11:30

Fonspa, Fisac: segnali preoccupanti, rischio liquidazione

“Nessuna notizia su compratori, 160 lavoratori a rischio”

Roma – I lavoratori del Fonspa, l’ex Credito fondiario e industriale acquistato da Morgan Stanley nel 2000 e che la stessa merchant bank ha annunciato da tempo di vendere, «rilevano con preoccupazione i segnali che provengono da Largo Fochetti». È la segreteria nazionale della Fisac-Cgil a sottolinearlo nell’elencare in una nota i «segnali di preoccupazione», ovvero: «l’accelerazione nella stesura del bilancio al prossimo 28 febbraio; la cessione, alla stessa data, dei 300 milioni di mutui ancora in casa ad una società veicolo, interamente posseduta dalla casa madre; voci su contatti con primarie ditte di servicing che possano eventualmente sostituirsi a Fonspa nella gestione delle pratiche».

Possibili compratori - Nello stesso tempo, continua la Fisac, «nessuna notizia arriva sui possibili compratori, sulle quantità di personale coinvolto e sui tempi di eventuali operazioni societarie: la paura di una liquidazione che distrugga potenziale umano ed economico residuo, per il volere della casa madre americana, prende sempre più corpo, specie dopo le notizie di riduzione di personale in Morgan Stanley Italia». Sono, infatti, circa 160 i lavoratori lasciati con «lo spettro della liquidazione». E in questa situazione, denuncia il sindacato, «l’amministratore delegato interpellato tace e persino si meraviglia che gli si pongano domande, rifugiandosi in un silenzio irreale».

Sostegno ai lavoratori Fonspa - La Fisac fa sapere di essere «mobilitata con tutte le proprie forze a livello nazionale e locale a sostegno dei lavoratori di Fonspa» e ritiene che «ormai i dipendenti di Fonspa debbano investire l’Abi direttamente e con continuità per rivendicare risposte vere al loro diritto al lavoro». Per questo, conclude la nota della Fisac, «la segreteria nazionale si impegna a valutare ulteriormente, con le altre organizzazioni sindacali e con le Istituzioni locali tutte, le vie sindacali e giudiziarie per dare un futuro dignitoso a lavoratori di grande professionalità e, nel contempo, per evitare al territorio romano un’altra dolorosa privazione di aziende e posti di lavoro».