La protesta dei lavoratori di Fisia Italimpianti in consiglio regionale
L’azienda, in seguito al blocco dei pagamenti relativi alla costruzione del termovalorizzatore di Acerra ha comunicato la messa in mobilità di un terzo dei lavoratori della sede di Genova
GENOVA – Terzo sciopero dall’inizio dell’anno per i lavoratori di Fisia Italimpianti proclamato dalle segreterie territoriali di Fim Fiom e Uilm di Genova.
200 i lavoratori che hanno manifestato questa mattina davanti alla sede del Consiglio Regionale in Fieschi a Genova per la messa in mobilità di 136 lavoratori sul territorio nazionale di cui 78 nel Capoluogo ligure.
Messa in mobilità - L’azienda, in seguito al blocco dei pagamenti relativi alla costruzione del termovalorizzatore di Acerra e di altri impianti realizzati in Campania, ha comunicato lo scorso 2 febbraio la messa in mobilità di un terzo dei lavoratori della sede di Genova.
Nel corso del Consiglio Regionale i sindacati e una delegazione di circa cinquanta lavoratori, dei duecento presenti, sono stati ricevuti dai capi gruppo, da alcuni consiglieri e dall’Assessore all’industria Renzo Guccinelli. Consiglieri e Assessore hanno espresso la volontà di incontrare l’azienda, di aprire una trattativa a livello nazionale con i vari soggetti, di richiedere lo sblocco dei crediti vantati da Fisia Italimpianti e quindi di esigere la regolarità dei pagamenti delle retribuzione per tutti i lavoratori.
Su questi temi è stato approvato un ordine del giorno dall’assemblea del Consiglio Regionale.
Le OO.SS fanno sapere che domani mattina alle 11, le segreterie genovesi di Fim, Fiom, Uil e la Rsu e i vertici di Fisia Italimpianti avranno il primo incontro in Associazione Industriali, di via san Vincenzo a Genova, per discutere della procedura di mobilità che rischia di compromettere il futuro lavorativo di 253 lavoratori genovesi e delle loro famiglie.
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