29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
La Cia illustra al presidente della Camera Gianfranco Fini le proposte

Crisi: le proposte della CIA per i pensionati

Pensioni minime a 600 euro, “paniere specifico” per i pensionati, Social Card e “bonus” da rivedere, assegni familiari più equi per gli autonomi

Aumento delle pensioni minime a 600 euro mensili; «paniere specifico» per i pensionati; Social Card e «bonus» per le famiglie più bisognose e per gli anziani sono strumenti inadeguati, sono interventi «una tantum» o di durata annua, che non cambieranno, in prospettiva, le condizioni di vita dei cittadini e pensionati coinvolti; assegni familiari più equi per i lavoratori autonomi. Sono questi alcuni dei problemi di carattere sociali sottoposti al presidente della Camera Gianfranco Fini dal presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi durante l’incontro per la consegna delle migliaia di firme della Petizione popolare per l’abolizione delle «finestre» per le pensioni di vecchiaia. Petizione promossa nella primavera scorsa dall’Inac, il patronato della Cia.

Pensioni basse - Politi, nell’illustrare le proposte della confederazione in materia sociale (elaborate con l’Anp-Associazione nazionale pensionati e il patronato Inac), ha fatto presente al presidente Fini che «la fascia di pensioni basse nel nostro Paese è piuttosto diffusa, in ragione di come si è consolidato il sistema previdenziale negli anni. Accanto a questo, il recupero del potere d’acquisto delle pensioni non copre la svalutazione monetaria, che nell’ultimo decennio, e soprattutto in relazione all’entrata in vigore dell’ euro, è stata molto alta, diversamente da come le statistiche ufficiali hanno rilevato. Infatti, il sistema di adeguamento automatico si basa sull’inflazione programmata e non su quella reale. Ne consegue che, in particolare le pensioni più basse, non garantiscono ai titolari un minimo di vita dignitosa. Non solo. Sempre più si vedono indebolire il loro potere d’acquisto».

Pensioni minime a 600 euro - «Sarebbe più efficace -ha fatto notare il presidente della Cia- prevedere un intervento strutturale, che portasse le pensioni minime almeno a 600 euro mensili e fosse applicata la rivalutazione delle pensioni sulla base di un ‘paniere specifico’ che, peraltro, il Cnel ha già elaborato in via sperimentale con l’Istat».
Per quanto riguarda la Social Card, Politi ne ha evidenziato gli effetti limitatissimi che produce proprio per come è stata impostata e per le condizioni poste ai beneficiari, Infatti, mentre la previsione del governo aveva stimato in 1,3 milioni di soggetti i possibili beneficiari, la stima dell’Inps di queste ultime settimane, ci dice che non arriveremo a 600.000. Sarebbe, quindi, necessario rivedere i meccanismi di intervento».

Il presidente Politi ha elencato gli aspetti negativi di questo strumento che andrebbero subito corretti. In primo luogo, a comporre il reddito viene considerata anche l’indennità di accompagnamento erogata agli invalidi totali, che serve per garantirsi un minimo di assistenza per le proprie condizioni di salute, quindi sarebbe necessario escluderla dal calcolo del diritto. Inoltre, la doppia utenza per la fornitura dell’elettricità attualmente non consente di usufruire della carta acquisti. Ci sono molti potenziali beneficiari che avendo l’orto in campagna o nelle aree periurbane, hanno un piccolo annesso adiacente con l’allacciamento della luce per pompare l’acqua dal pozzo o altre necessità. Occorrerebbe trovare il modo per considerare queste doppie utenze non escludenti dai benefici.

Carta acquisti - Infine, Politi ha sostenuto che molti beneficiari residenti nelle aree rurali possono difficilmente utilizzare la carta acquisti perché molti esercizi commerciali di campagna non sono forniti di «Pos» e, di conseguenza, debbono recarsi nelle città, a volte anche molto distanti, vanificando il beneficio che ne deriverebbe.
Nel corso della riunione il presidente della Cia si è soffermato su «un’altra pesante discriminazione che si continua a perpetrare verso i lavoratori e pensionati autonomi rispetto ai lavoratori e pensionati dipendenti». Sono assegni familiari per i quali al lavoro autonomo è ancora riconosciuto il vecchio meccanismo dell’assegno familiare di 10,20 euro; mentre per i lavoratori dipendenti si è trasformato in assegno al nucleo con importi notevolmente diversi.

Peraltro, nel decreto legge relativo alle misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro e occupazione, «tale discriminazione -ha rilevato il presidente della Cia- è ulteriormente aggravata perché i beneficiari del provvedimento, in esso contenuto (art.2 comma 5 bis), sono soltanto quella parte di lavoratori autonomi che hanno aderito agli studi di settore, escludendo gli altri e i pensionati. Per questa ragione è indispensabile di unificare per tutte le categorie i requisiti volti ad ottenere gli assegni familiari, in quanto misura sociale a sostegno delle famiglie».
Il presidente della Camera, al quale la Cia ha fatto presente la necessità che il Parlamento intervenga per migliorare gli interventi previsti a favore delle fasce più deboli dei cittadini, a cominciare dagli anziani, ha mostrato molta attenzione per i problemi esposti, assicurando il suo impegno al fine di dare risposte valide, in termini sociali, a chi oggi vive in condizioni disagiate.