26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Edilizia pubblica

Barbanente: «Passo indietro del governo nazionale su politiche abitative»

«Ci si riferisce alla riduzione di 20 milioni del fondo affitti, cui dovranno sopperire Regione e Comuni per non far gravare i costi della crisi sulle fasce più deboli della popolazione»

BARI - Dichiarazione dell’assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente: «Con l’approvazione al Senato del cosiddetto Decreto anticrisi n. 185/08 si è persa ogni speranza di una maggiore ragionevolezza e trasparenza della maggioranza del governo ad assumere provvedimenti che ignorano la crisi in atto, a calpestare competenze e programmi delle Regioni e dei Comuni e a scaricare su questi i costi della crisi».

«Ci si riferisce – spiega - alla riduzione di 20 milioni del fondo affitti, cui dovranno sopperire Regione e Comuni per non far gravare i costi della crisi sulle fasce più deboli della popolazione. Altro che incremento di 20 milioni! Questo compensa una precedente riduzione di 40 milioni. Una mossa diabolica, che non è facile cogliere da parte di chi non segue da vicino gli altalenanti provvedimenti in materia».

Secondo l’assessore «Inoltre, dei 550 milioni del programma straordinario di edilizia sovvenzionata del Governo Prodi rimangono100 milioni destinati al «tempestivo avvio di interventi prioritari e immediatamente realizzabili». Quali? Come individuati? Lo stabilirà un Decreto ministeriale di là da venire. Gli interventi programmati dalla Puglia sulla base dei 36 milioni già ripartiti dal Ministero circa un anno or sono rispondevano proprio a criteri di urgenza e possibilità di dare immediato avvio ai cantieri. Oltre al danno la beffa! Dopo aver fatto perdere tempo prezioso, il Governo riduce i fondi a meno di un quinto avendo anche il coraggio di richiamare la necessità di essere tempestivi».

Per la Barbanente «Sul Piano Casa statale, poi, c’è l’impasse più paralizzante: il conflitto istituzionale, che coinvolge tutte le Regioni, quale che sia la maggioranza politica che le governa, è aggravato dalla previsione di un semplice parere in luogo dell’intesa prevista dalla legge 133/2008. Si ricorda che sul punto la Puglia, insieme alla gran parte delle Regioni ivi comprese alcune governate dal centro-destra, ha presentato ricorso alla Corte costituzionale. Ora le Regioni unanimemente condizionano la discussione sulla bozza di Decreto attuativo alla modifica del quadro normativo definito a seguito della conversione in legge del DL 185/08, con il ripristino di procedure rispettose delle competenze stabilite dalla Costituzione e l’incremento della dotazione finanziaria per interventi di edilizia residenziale pubblica.

Dunque, il cammino si è ulteriormente allungato e invece, in tempi di crisi, occorrerebbe essere quanto più tempestivi possibile, varando rapidamente misure di immediata realizzabilità. Al disaccordo delle Regioni sui criteri fissati dalla bozza di Decreto attuativo del piano casa, si aggiunge ora la netta disapprovazione dell’uso del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) di pertinenza regionale per finanziare gli interventi. Per quel che ci riguarda, non possiamo ammettere che la Puglia, caratterizzata dalla prevalenza di città medie, sia penalizzata da criteri stabiliti dalla bozza di Decreto che prevedono la selezione delle proposte locali in base alla dimensione fisica dell’intervento e alla dimensione demografica delle città, né che i fondi FAS regionali siano usati per finanziare programmi statali di là da venire piuttosto che programmi comunali importanti e ampiamente condivisi, elaborati sulla base di norme regionali e pronti per essere realizzati».