«Non dimenticare la formazione professionale»
Superare i pregiudizi verso il lavoro manifatturiero. Mancano all'appello 40 milioni di euro
ROMA - «Non solo l'istruzione tecnica, ma anche l'istruzione e la formazione professionale sono la giusta risposta alla crisi che sta attraversando il nostro sistema economico e produttivo». E' quanto afferma Maurizio Drezzadore, responsabile del dipartimento Lavoro delle Acli e presidente dell'Enap, l'Ente di formazione professionale che fa capo alle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.
Le Acli richiamano l'attenzione del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che oggi è intervenuta pubblicamente sul rapporto tra studio e lavoro e sul ruolo dell'istruzione tecnica. «Per recuperare il divario tra i percorsi scolastici e il mondo del lavoro - spiega Maurizio Drezzadore - è importante ma non sufficiente il contributo dell'istruzione tecnica. E' necessario recuperare e valorizzare in pieno il ruolo degli enti di formazione professionale. Il lavoro manuale e la realtà manifatturiera del sistema produttivo italiano sono rimasti da troppo tempo estranei al percorso educativo di intere generazioni di ragazzi. Non possiamo immaginare che il futuro dell'Italia veda solo lavoratori immigrati nelle attività produttive aziendali e che si consolidi un pregiudizio culturale verso il lavoro manifatturiero».
Le Acli ricordano che mancano a tutt'oggi i provvedimenti normativi di stanziamento delle risorse del Ministero dell'Istruzione pari a 40 milioni di euro, destinati alla realizzazione per il 2009 dei percorsi sperimentali triennali di assolvimento dell'obbligo di istruzione, nell'ambito della formazione professionale.
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