20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Riforma del modello contrattuale

Contratti, Nerozzi: «Consultiamo i lavoratori»

Estratto dall'articolo pubblicato su Europa del senatore del Pd, Paolo Nerozzi

«Al di là del merito dell'accordo è innanzitutto l'atteggiamento del governo che lascia sconcertati».
Lo scrive il senatore del Pd, Paolo Nerozzi, in un articolo pubblicato sul quotidiano Europa. «Vi è stata da parte dell'esecutivo la ricerca costante della rottura sindacale, una ricerca tanto insensata quanto irresponsabile proprio alla luce delle nubi che si addensano, sempre con maggiore insistenza, sul fronte della crisi economica e finanziaria.

Sempre più crisi dell'economia reale. Da un lato il governo della destra mette in campo risposte sbagliate e inadeguate alla straordinarietà della situazione, dall'altro divide le organizzazioni dei lavoratori. Si gioca con il fuoco, non ci si rende conto che la crisi materiale di centinaia di migliaia di famiglie sta raggiungendo livelli insopportabili, e l'esecutivo si limita ad oscillare tra gli inviti all'ottimismo del premier alla cupezza del ministro del Tesoro. Non c'è traccia di un'idea su come il nostro Paese possa uscire da questa situazione, non c'è traccia di un'idea di politica industriale».

Ripartire dallo spirito del '93 - «Di ben altro - scrive Nerozzi - si avrebbe bisogno: potremmo, dovremmo ripartire dallo spirito del '93, quello sì un accordo storico, che vide la partecipazione del complesso delle forze sociali. Il nostro Paese ha fortunatamente in sé una grande forza, quella forza che ci portò a superare una grande crisi finanziaria, a mettere sotto controllo i conti pubblici e a portare il Paese nell'euro».

Non escludere la CGIL - «Naturalmente si tratta di temi su cui poter avere anche posizioni discordanti, anche differenze negli stessi partiti, ma su cui non si può tacere per evitare di scontentare qualcuno. Di certo ci dovrebbe essere la consapevolezza che su un tema di tale portata non si possa escludere parti decisive della contrattazione. Di certo ci dovrebbe essere la consapevolezza che su temi di tale portata, come è sempre successo già a partire dal '93, i lavoratori siano chiamati ad esprimersi con un voto. Ed infatti nei prossimi giorni presenterò un dispositivo legislativo in tal senso. Per evitare ulteriori divisioni, foriere di una dura conflittualità nei luoghi di lavoro, servirebbe da subito mettere in campo una nuova disciplina che regoli in modo trasparente la reale rappresentanza sindacale e l'efficacia dei contratti collettivi di lavoro. In un Paese così diviso e lacerato, in un mondo del lavoro così destrutturato, è indispensabile garantire ai lavoratori modalità certe e trasparenti di democrazia reale nei luoghi di lavoro».