Pirnai su polemica su contrattazione
Tre considerazioni in merito alla polemica sulla riforma del sistema contrattuale
Tre considerazioni in merito alla polemica sulla riforma del sistema contrattuale.
1) Con il nuovo modello crescono i salari
Il nuovo indice IPCA è più alto del tasso di inflazione programmata. Facendo una simulazione per il triennio 2009-2011, la differenza tra i due indici è del 2,1% , corrispondenti, mediamente, ad un aumento di circa 400 euro annui. Si devono poi aggiungere, per coloro che faranno la contrattazione aziendale, gli effetti della detassazione per una media di circa 300 euro annui. Chi non farà la contrattazione aziendale beneficerà, comunque, dell’elemento retributivo di garanzia che varierà tra i 200 e i 300 euro annui, non previsto nel precedente sistema.
2) La Cgil non vuole nessuna riforma
Non è vero che la Cgil non avrebbe mai sottoscritto un’intesa sulle regole senza Cisl e Uil. Più semplicemente la Cgil non avrebbe mai sottoscritto un’intesa sulle nuove regole: il confronto è in piedi da cinque anni eppure la Cgil ha chiesto ancora un rinvio. Strano atteggiamento per chi si lamenta, giustamente, per i bassi salari e poi nulla fa per modificare ciò che li determina.
3) Urge un modello di rappresentanza: nel pubblico impiego già esiste
La Uil considera necessario un meccanismo di misurazione della rappresentatività. Un sistema è già applicato, da tempo, nel pubblico impiego dove, tutti i contratti rinnovati hanno visto la validazione da parte di una rappresentanza maggioritaria dei sindacati, anche senza la Cgil.
La Uil, dunque, ribadisce il suo appello al coraggio e al senso di responsabilità: che la Cgil rifletta e firmi.
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