28 agosto 2025
Aggiornato 14:30

Federconsumatori in difesa di azionisti ed obbligazionisti Alitalia

Adusbef e Federconsumatori avvieranno azioni di tutela per salvaguardare risparmio tradito!

Da oggi, con l’entrata in vigore della revoca delle quotazioni dai mercati disposte da Borsa Italiana, le azioni e le obbligazioni Alitalia non esistono più e diventano l’ennesima carta straccia. Prima dell'estate il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, in occasione del nulla osta al decreto sulla liquidazione della bad company Alitalia, dichiararono solennemente: «nessun risparmiatore ci rimetterà un euro».

Dichiarazioni ben lontane dalla realtà, se pensiamo che, solo per le obbligazioni, sono coinvolti circa 40 mila risparmiatori sul prestito obbligazionario di circa 700 milioni, suddivisi in Ministero dell’Economia e risparmiatori, per una cifra che riguarda questi ultimi di circa 300 milioni di Euro e che, per quanto riguarda gli azionisti, il valore, derivante dall’ultima quotazione (0.445 Euro ad azione) è pari a oltre 600 milioni di Euro.

E’ dal 4 giugno 2008 che la disattenta Consob dispose la sospensione, «in via cautelativa ed a tutela del mercato» dei titoli Alitalia, per scongiurare il rischio di eventuali speculazioni, che decine di migliaia di risparmiatori che avevano in mano i titoli, non solo non l'hanno più potuto negoziare, ma non hanno neanche saputo nulla sul destino dei loro risparmi.
Il ministro dell’Economia Tremonti,che continua a tenere sulla scrivania appartenuta a Quintino Sella il famoso barattolo di pomodori pelati Cirio, dopo aver promesso che nessun risparmiatore perderà un solo euro, non dice una sola parola sull’ennesimo scandalo finanziario per spiegare cosa ne sarà di quei titoli e che fine faranno i soldi di chi li aveva comprati.

Anche il presidente della Consob, Lamberto Cardia, molto lesto nel sospendere i titoli senza mai riammetterli sul mercato per dare la possibilità di liquidarli, non dice nulla sui piccoli azionisti ed obbligazionisti che hanno acquistato quei titoli.
Il «pozzo di San Patrizio» dei conti dormienti, che doveva servire a risarcire le vittime dei crack, da Cirio a Parmalat, dai bond argentini all’Alitalia, si è subito prosciugato ed a malapena sarà sufficiente per finanziare la social card.

Dopo che con l’accordo CAI si sono avuti migliaia di esuberi in più, si sono scaricati 4 miliardi in più sui contribuenti, si è monopolizzata, rendendo inutile l’intervento Antitrust, la rotta Roma - Milano, con un aumento delle tariffe e minore quantità di voli per i cittadini del nostro Paese, Adusbef e Federconsumatori, ancora una volta deluse dai comportamenti spot di un governo che invece di aiutare i risparmiatori frodati, anche con l’entrata in vigore della class action, mira ad assumere il controllo sugli istituti di credito più riottosi, con i Tremonti bond ed il decreto «salvabanche», avvieranno le più opportune azioni a tutela del pubblico risparmio e dei cittadini frodati due volte, sia come obbligazionisti ed azionisti, che come contribuenti, per gli enormi costi addossati sulla fiscalità generale e pari a 4 miliardi di euro, per «salvare Alitalia» a spese della collettività.