3 maggio 2024
Aggiornato 09:30
Trasporto ferroviario

L’assessore Marcolini replica a Legambiente sui problemi del trasporto ferroviario

«Dal bilancio e dalla “sentenza” stilata, è stato trascurato completamente l’attore principale, vale a dire il gruppo Ferrovie dello Stato»

ANCONA - In riferimento agli articoli apparsi sulla stampa sui temi del trasporto ferroviario trattati da Legambiente, l’assessore regionale ai Trasporti, Pietro Marcolini ha espresso alcune considerazioni e precisazioni.
»Condividendo l’esigenza sottolineata da Legambiente regionale di potenziare il trasporto ferroviario, va tuttavia detto che dal bilancio e dalla «sentenza» stilata, è stato trascurato completamente l’attore principale, vale a dire il gruppo Ferrovie dello Stato- competente per gli investimenti e la loro realizzazione- che considera le tratte regionali delle Marche come rami secchi da tagliare.

Trenitalia e RFI sono invece componenti essenziali nel processo delle scelte per il potenziamento del trasporto ferroviario. Attraverso dibattiti serrati e dure prese di posizione,finora siamo riusciti a far realizzare gli interventi sull'asse longitudinale (galleria del Castellano di Ancona e Galleria di Cattolica) offrendo una alternativa strategica alla linea tirrenica per il traffico passeggeri e merci nord-sud. Su altri fronti registriamo persistenti risposte negative, come ad esempio sulle trasversali e sulle linee interne: FF.SS ha chiesto un aumento superiore al 10% delle risorse per il contratto regionale ed una riduzione dei chilometri gestiti. Ed è su questa importante partita che stiamo trattando in questi giorni.

Vorrei ricordare che tutte le Regioni italiane lamentano l’inadeguatezza del servizio ferroviario offerto ai pendolari, dal comfort alla puntualità. Grazie al monitoraggio della Regione Marche (con conseguente obbligo per il vettore a corrispondere penali dell’ordine di circa 500 mila euro l’anno) Trenitalia ha negli ultimi due anni notevolmente migliorato i propri standard.
Da parte di Legambiente vi è poi una giusta considerazione sulle scelte positive operate dalle province di Ascoli e Macerata che però, tengo a sottolineare, verranno realizzate su priorità condivise e finanziate dalla Regione.

Sono d’accordo sulle cose da fare, ma Legambiente sa bene anche che le risorse nazionali per le strade non sono mai state fungibili né destinabili ad altri tipi di interventi. Comunque, per quanto riguarda il 2009, la Regione sta trattando con Trenitalia per la stipula di un nuovo Contratto di servizio che prevede un onere molto più impegnativo a carico dell’Ente in quanto è previsto un contributo regionale di circa 3 milioni di euro, che solo in parte saranno destinati a nuovi servizi, in quanto il vettore ha richiesto il taglio di altri servizi a bassa frequentazione che la Regione invece respinge fermamente.

Sul fronte degli impegni finanziari da parte della Regione, va poi sottolineato che solo negli ultimi tre anni è stato stanziato 1 milione per il miglioramento delle stazioni impresenziate; l’acquisto, in compartecipazione al 50% pari a 7,5 milioni, di 4 Minuetti (treni di ultima generazione), pur non essendo sua competenza; l’apertura di una nuova linea Ascoli-Ancona, proprio per agevolare il pendolarismo scolastico e lavorativo per un costo di costo di 400 mila euro all’anno. Inoltre, lo stanziamento di risorse per circa 10 milioni per i collegamenti con l'interporto e di 8 milioni a valere sulle risorse FAS, per il rinnovo del materiale rotabile ferroviario. Interventi complessivamente finalizzati ad un rinnovo contrattuale, non solo in difesa dei servizi storici (le fermate di Iesi, Ancona e Senigallia) ma anche per realizzare nuove stazioni (Ancona zona commerciale). In quest’ottica va anche lo studio di fattibilità della Regione su proposta coincidente della Provincia di Macerata e della locale Camera di Commercio per istituire nuove stazioni nelle tratte a più intenso impiego della linea Civitanova-Albacina.

In conclusione, è certo che la Regione concepisce il trasporto ferroviario come una componente decisiva del trasporto pubblico locale, sicuramente il più sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale, ma è anche vero che occorre avere un orizzonte comune, valorizzando ciò che in tempi di collasso finanziario degli enti pubblici si è riusciti a realizzare. Un quadro che ci impone di interagire con interlocutori e situazioni che non considerano prioritarie le nostre linee. Ed anche per questo paghiamo una penalizzazione in termini di contributi per abitante, inferiori rispetto alla media nazionale e rispetto ad altre regioni con morfologia paragonabile alla nostra.«