20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
FATTI & MISFATTI:

Meno debito pubblico se cala il rendimento sui BOT

Va detto che lo “spread” sui titoli decennali rispetto ai bund tedeschi è ancora molto alto, ma anche in questa direzione si registrano segnali positivi

«Aumenta il debito pubblico, crollano i rendimenti dei Bot». Così e in quest’ordine telegiornali e quotidiani hanno rilanciato le due notizie di ieri sull’andamento dell’economia nazionale. Un caso lampante ed esemplificativo di come la notizia negativa ma attesa ( «è matematico che il debito cresca finchè il debito resta sopra il 100% del Pil» ha annotato lo stesso Visco) di questi tempi, sui media ormai votati al pessimismo «a prescindere», scacci regolarmente quella buona.

Il «crollo dei rendimenti dei Bot» (morti e feriti, viene da chiedersi?) anche nel suo uso lessicale viene così girato nell’immaginario collettivo in negativo, quando invece il calo dei rendimenti, se fa meno felici i risparmiatori, è un’ottima notizia per lo Stato italiano, che paga meno interessi sui titoli pubblici e, dunque, risparmia. Ma nessuno che lo spieghi agli italiani.

Il Tesoro offriva Bot a tre mesi per 5,5 miliardi, la richiesta è arrivata al doppio. Con il risultato (ottimo, ripetiamo, per il Tesoro) che i titoli sono stati assegnati con un rendimento dell’1,84%, minimo storico con quasi otto decimi di punto in meno rispetto all’asta precedente.
La straordinaria richiesta è certo il segnale della spinta degli italiani a cercare approdi sicuri per il loro risparmio, ma è anche una prova di fiducia nei confronti dello Stato italiano, nonostante abbia accumulato nel passato il terzo debito al mondo (cosa che Tremonti non dimentica mai correttamente di annotare).

Va detto che lo «spread» sui titoli decennali rispetto ai bund tedeschi è ancora molto alto, ma anche in questa direzione si registrano segnali positivi: le misure anti-crisi della Merkel faranno crescere il deficit e un analista di Francoforte ha consigliato di acquistare Btp italiani nella convinzione che tale spread sia destinato a diminuire. Sul fronte del risparmio va poi segnalato che in novembre si è registrata una straordinaria crescita dei depositi bancari (+9% , il triplo rispetto al novembre 2007). Il direttore del Censis, Giuseppe Roma, ha ricordato questa mattina a Radio Uno, che in questo momento di crisi gli italiani, fatta eccezione quella fetta di famiglie in crisi di reddito (alla quali si sono rivolti gi interventi del governo), stanno accrescendo i loro risparmi. A danno dei consumi. Ed è questo il problema.