12 ottobre 2025
Aggiornato 15:30
Rassegna stampa: settimana corta

«Finalmente il governo si è svegliato»

Calearo (PD): «Ma lasci decidere aziende e sindacati»

Onorevole Calearo, è favorevole o contrario alla proposta del presidente del Consiglio Berlusconi e del ministro del Welfare Sacconi di introdurre la settimana corta per contrastare la crisi?
«Diciamo ? risponde il parlamentare del Pd ed ex presidente di Federmeccanica ? che se il ministro Sacconi parla di settimana corta vuol dire che finalmente il governo si sta rendendo conto che c´è una crisi reale e drammatica che sta coinvolgendo la maggior parte delle imprese. Da molto tempo noi diciamo che bisogna incrementare gli ammortizzatori sociali e ora l´idea della settimana corta, che parte dalla Germania, può essere applicata ma come una soluzione momentanea: può interessare le imprese in crisi e va vista in maniera non generalizzata».

Lei è un parlamentare del Pd ma anche un imprenditore: come dovrebbe funzionare a suo avviso la settimana corta?
«Intanto voglio premettere che la defiscalizazione degli straordinari fatta dal governo è stata una mossa sbagliata al momento sbagliato: noi pensavamo che fosse corretto defiscalizzare i contratti di secondo livello, cioè quelli diretti tra impresa e lavoratore e defiscalizzare le tredicesime. Comunque ora da imprenditore ritengo che la riduzione dell´orario di lavoro possa essere una soluzione. Non la soluzione, ma una soluzione».

Sembrerebbe una rivincita «postuma» delle vecchie battaglie di Bertinotti e delle 35 ore francesi. Non le pare?
«E´ una cosa completamente diversa: il discorso delle 35 ore era una cosa a prescindere dalla condizioni del mercato e dell´economia e rimane dunque una pura utopia. In questo momento tuttavia non si possono vedere le cose sotto l´ottica di soluzioni di destra o di sinistra, bisogna essere pragmatici perché c´è una crisi globale. Inoltre questa crisi deve essere affrontata da ogni singolo paese in un´ottica europea: bisogna trovare delle soluzioni di sistema seguendo anche gli altri paesi. Non possiamo essere diversi a prescindere».

Pensa che si debba intervenire per legge o lasciare l´iniziativa alle parti sociali?
«Sono sempre convinto che la trattativa, e lo dico come imprenditore, deve essere tra le parti sociali ed il governo ci deve entrare il meno possibile».

Dareste comunque un vostro appoggio parlamentare?
«Dal mio punto di vista, se necessario, nessun preconcetto. In linea generale comunque dobbiamo puntare in primo luogo sulla competitività. Credo molto nella flexcurity come la chiama Ichino: essere flessibili ma dare sicurezza ai nostri collaboratori».

Anche sul settore dell´auto in Europa, dalla Svezia alla Germania alla Francia, si annunciano misure di sostegno. L´America già si è mossa. Pensa che anche in questo caso dovremmo seguire gli altri paesi?
«Nel caso in cui Stati Uniti e altri paesi europei, come la Svezia, ma anche Germania e Francia, mettono in campo aiuti all´industria automobilistica anche l´Italia deve farlo».

fonte Intervista di Roberto Petrini - La Repubblica