19 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Il Ministro Brunetta ha proposto di aumentare l'età pensionabile delle donne

«La riforma delle pensioni non è oggetto di discussione»

Lo dichiara il segretario generale dell'Ugl Renata Polverini aggiungendo come «le difficoltà delle donne ad entrare, permanere e avanzare nel mercato del lavoro dipendono da ben altri deficit del nostro paese»

«Una riforma delle pensioni in questa fase economica e sociale non avrebbe alcuna ragione di essere. Lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha di recente affermato che le pensioni non sono oggetto di discussione».

Lo dichiara il segretario generale dell'Ugl Renata Polverini aggiungendo come «le difficoltà delle donne ad entrare, permanere e avanzare nel mercato del lavoro dipendono da ben altri deficit del nostro paese. Il precariato è soprattutto donna e le politiche di conciliazione su cui dibattiamo da anni stentano a trovare forma. Aumentare l’età pensionabile non sarebbe di nessun aiuto alle donne in assenza di un sistema di welfare degno di questo nome in termini di servizi per la cura dei figli, degli anziani o di persone disabili e di politiche di sostegno alla famiglia, in primo luogo da un punto di vista fiscale.

Così come finché non ci sarà il riconoscimento del valore della maternità le donne continueranno ad essere svantaggiate: bisognerebbe seguendo le indicazioni dell’Europa porre la maternità a carico della fiscalità generale affinché sia una questione condivisa da tutti e non un ‘problema’, come spesso è considerato, solo delle donne. Prima di parlare di equiparazione di età pensionabile per le donne sarebbe necessario intervenire riconoscendo alla donna un bonus previdenziale per i periodi di maternità delle lavoratrici, potendo decidere se andare in pensione prima avvalendosi del bonus o ritardare l’uscita dal lavoro con una pensione più alta. Ciò in base ad un principio di libera scelta: bisogna infatti tener conto dei contesti lavorativi e familiari delle donne sulle quali continuano a gravare in massima parte i doveri di cura».