«Dopo risposta emergenza passare a fase due per interventi strutturali»
UGL: «Aprire tavolo di confronto a gennaio»
La Segreteria Confederale dell’Ugl, riunita oggi dal segretario generale Renata Polverini, conferma il giudizio già espresso sulle misure assunte dal governo che rappresentano una prima e immediata risposta all’emergenza per fronteggiare la crisi economica, ma rilancia la richiesta di un tavolo di confronto con tutte le parti sociali per varare i provvedimenti strutturali che servono all’Italia per restare nel gruppo dei paesi economicamente più avanzati. Confronto che potrebbe essere utilmente collocato già a gennaio con una stesura «politica» anticipata del nuovo Dpef, in modo da delineare da subito la seconda fase strutturale degli interventi sull’economia e a sostegno dei redditi e delle famiglie.
La manovra decisa dal Consiglio dei Ministri di venerdì scorso, come richiesto dal nostro sindacato, interviene sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, in particolare sulle fasce più deboli - rappresentate dalle famiglie e dai pensionati a basso reddito – con contributi una tantum sotto forma di bonus di vario tipo, detrazioni fiscali e, soprattutto, con l’attivazione della cosiddetta «social card» istituita con la legge 133.
La copertura degli ammortizzatori sociali è stata incrementata in termini economici, esaudendo una nostra precisa rivendicazione, ma resta ancora da definire con chiarezza tutta la potenziale platea dei lavoratori, a partire dai precari, esposti ai venti della crisi. In particolare, laddove è richiesta la compartecipazione degli Enti bilaterali. Questioni che potranno essere migliorate durante l’iter parlamentare.
Le risorse impegnate per la detassazione degli straordinari sono state cancellate mentre è stato confermato il sostegno al salario di produttività con un innalzamento della soglia di riferimento e l’estensione dei benefici al comparto della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico: tutte istanze, queste, sostenute con forza dall’Ugl.
Per il «caro mutui» è stata accolta in parte la proposta dell’Ugl di assumere, come riferimento base, il tasso BCE al posto di quello Euribor determinato dalle banche. L’aiuto dato ai sottoscrittori di mutui a tasso variabile, però, oltre ad escludere coloro che hanno più prudentemente scelto il tasso fisso, assume proporzioni non certo adeguate alla gravità della situazione. Ribadiamo, perciò, la nostra richiesta di procedere con un incremento della detrazione fiscale sugli interessi per i mutui.
Resta inoltre valido e confermato il pacchetto di proposte formulato dall’UGL, per la parte non ancora affrontata dal governo: introduzione di un primo modulo di Quoziente famigliare, restituzione del fiscal drag dal 2002 ad oggi, estensione degli ammortizzatori sociali e aumento della detrazione fiscale degli interessi sui mutui.
Per il Mezzogiorno, anche se si tratta di soldi già stanziati da precedenti leggi Finanziarie, è stata stabilita la riorganizzazione del QSN e opportunamente riservata una parte importante delle risorse disponibili, con una spinta all’efficienza della spesa attraverso l’istituzione della controversa figura del «commissario straordinario».
Ora attendiamo le valutazioni del CIPE per capire quale priorità sarà data ai vari obiettivi, sperando che - tra i primi - trovi posto la messa in sicurezza delle scuole ed un impegno prioritariamente orientato al Sud del Paese.
Molto può fare anche una Cassa Depositi e Prestiti votata, come da tempo chiede il nostro sindacato, ad un intervento più agile e deciso sul fronte delle opere pubbliche d’interesse nazionale e, al tempo stesso, fonte di approvvigionamento economico degli Enti Locali. Qui, però, si entra nella parte più difficile della manovra che non sembra poter andare oltre la gestione, pur necessaria, dell’emergenza; servono misure strutturali che richiedono, a nostro avviso, risorse economiche adeguate.
Pur comprendendo la necessaria prudenza con cui va affrontata qualsiasi politica di spesa quando si deve gestire un debito pubblico di proporzioni gigantesche, l’Ugl ritiene che non possa essere scartata l’ipotesi di uno sforamento temporaneo dei vincoli di bilancio, soprattutto se finalizzato ad interventi capaci di ridare fiducia alle imprese ed alle famiglie.
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