18 aprile 2024
Aggiornato 19:30
«Il prezzo del latte deve restare stabile»

«Niente trucchi sulle quote latte della UE»

Lo dice Carlo Franciosi, Presidente della Coldiretti di Milano e Lodi nel commentare l’aumento per 600 mila tonnellate all’anno concesso dalla Ue all’Italia

«La trattativa condotta a termine dal ministro Zaia è sicuramente un buon risultato per coprire l’attuale produzione italiana di latte, ma adesso niente trucchi sulle quote» dice Carlo Franciosi, Presidente della Coldiretti di Milano e Lodi nel commentare l’aumento per 600 mila tonnellate all’anno concesso dalla Ue all’Italia. La decisione europea fotografa la situazione presente nel nostro Paese, dove ogni anno si mungono oltre 10 milioni e mezzo di tonnellate di cui il 40 per cento in Lombardia.

«Infatti la quantità di latte esistente sul mercato nazionale non cambia e quindi qualsiasi speculazione al ribasso dei prezzi alla stalla sarebbe ingiustificata – commenta Franciosi – Riguardo poi alle quote aggiuntive, bisogna evitare che possano approfittarne i soliti furbi che fino a oggi non hanno voluto rispettare la legge e neppure pagare le multe». Per questo, secondo il Presidente della Coldiretti, i nuovi diritti di produzione «non devono finire nel grande calderone della compensazione nazionale di cui possono beneficiare tutti senza distinzioni», ma va data la priorità «a chi ha sempre rispettato la legge e indebitandosi ha pagato le multe e speso somme ingenti per diritti di produzione. Per queste aziende serve anche un meccanismo di aiuti che vada a compensare, almeno in parte, tali spese».

Altro discorso è invece quello per le 500 stalle italiane (su 40 mila totali) che non hanno mai voluto rispettare la legge, intascando prima i guadagni della cessione delle proprie quote e poi continuando a produrre e vendere latte come se per loro le regole non valessero. «In questo caso – afferma Franciosi – prima bisogna avere il pagamento delle multe, magari anche rateizzato, con gli interessi, e poi, una volta regolarizzate le posizioni, si può pensare a un’assegnazione delle quote. Ma la priorità va data a quelle aziende, la stragrande maggioranza, a posto con la legge».