Evasione sul condono 2003
Questo è quanto emerge nella relazione della Corte dei Conti, con delibera 24/2008, illustrata dal consigliere Luigi Mazzillo davanti alla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato
Mancano circa 5 miliardi di euro nelle casse dello Stato per i condoni e le sanatorie fiscali introdotte dal governo di Berlusconi nel biennio 2003-2004. Questo è quanto emerge nella relazione della Corte dei Conti, con delibera 24/2008, illustrata dal consigliere Luigi Mazzillo davanti alla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato.
La corte ha confermato il buon esito del condono tributario - disposto dalla legge 289/2002 - che interessò circa 3 milioni di contribuenti e che permise al secondo governo di Berlusconi di capitalizzare in breve tempi risorse finanziarie per assicurare la tenuta dei conti pubblici evitando l'aumento della pressione fiscale.
Ma la stessa Corte evidenzia il fatto che dei 26 miliardi dichiarati dall'esecutivo tra le entrate, ne mancano all'appello 5,2 che non sono mai stati versati.
Si legge nella relazione che «va rilevato che il successo quantitativo del condono, pur notevole, appare tuttavia ridimensionato, non solo dai costi amministrativi e di opportunità che ha comportato, ma anche e soprattutto dal fatto che ben 5,2 miliardi dei 26 miliardi dichiarati come dovuti dai condonati non sono poi stati versati neppure dopo l’iscrizione a ruolo e la notifica delle relative cartelle di pagamento. Sulle azioni amministrative poste in atto da parte dell’Agenzia delle entrate e di Equitalia s.p.a. per il recupero degli importi dichiarati e non versati la Corte dei conti intende svolgere una specifica attività di monitoraggio e controllo».
Il mancato introito potrebbe addirittura aumentare in quanto i dati forniti dall'Agenzia delle Entrate sono relativi alle definizioni maggiori e non ricomprendono le sanatorie minori che corrispondono a circa 22 miliardi dell'incasso ottenuto.
In media ogni sanatoria è costata circa 7 mila euro per contribuente: 7.642 euro per le istanze del condono tombale, 6.653 euro per le chiusure delle liti potenziali, 8.559 euro per le liti fiscali pendenti, 3.368 euro per le integrative semplici e 1.831 per i concordati per gli anni pregressi.
Al successo quantitativo non corrisponde un successo qualitativo né di merito. In tal senso i giudici contabili hanno chiesto al governo «confermare la definitiva rinuncia a far ricorso ai condoni tributari». Il monito dei giudici sta nel fatto che solo adeguate forme di contrasto all'evasione fiscale producono effetti positivi e propositivi. Il ricorso al condono, se da un lato garantisce immediate disponibilità finanziarie, sono misure altamente diseducative per i cittadini
Molto dura è stata la reazione di Giulio Santagata, deputato PD ed ex ministro per l'Attuazione del Programma: «La Corte dei Conti – ha dichiarato - rivela che in Italia esiste l'evasione al quadrato».
Con i condoni fiscali «introdotti con la finanziaria 2003 dal governo Berlusconi, sul totale di 26 miliardi, 5,2 non stati versati. Dunque chi ha evaso il fisco, ha prima chiesto il condono ma poi ritenuto di poter evadere anche quello. Ecco un'altra delle ragioni - ha concluso - per cui lo Stato si trova in difficoltà a far fronte alle necessità delle famiglie italiane».
Va inoltre ricordato che il governo Prodi fece delle lotta all'evasione uno dei punti principali del suo programma e che produsse ottimi risultati ricuperando 18 miliardi di euro in due anni.
A.Dra
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