Anomala fiducia per anomala maggioranza
Finanziaria: anche Fini denuncia la prepotenza del governo
Questa volta la proteste dell'opposizione per il vaglio della legge finanziaria non sono cadute nel vuoto parlamentare. È stato lo stesso presidente della Camera ad intervenire contro l'iniziativa della maggioranza di blindare il testo normativo di programmazione economica. Per Fini, davanti alla richiesta di un nuovo voto di fiducia, «ci troveremo in presenza di una situazione non soltanto anomala ma anche politicamente deprecabile. Una situazione che toglie alla Camera il diritto dovere di emendare e di assumersi le proprie responsabilità, attraverso il formarsi di maggioranze su questo o quell'emendamento».
Le opposizioni indignate dopo l'ennesimo tentativo da parte del governo di delegittimare il ruolo del Parlamento, hanno abbandonato i lavori della Commissione bilancio. Durante la diretta della mattina di YouDem, Massimo D'Alema ha stigmatizzato l'atteggiamento del governo di non considerare affatto il ruolo del Parlamento e del suo rapporto con l'esecutivo. « Non sono tollerabili – ha dichiarato D'Alema - le continue forzature e manifestazioni di prepotenza da parte del Governo».
La maggioranza fa quadrato nel silenzio, come a significare che, per loro, il ruolo di suffragare le decisioni del governo è qualcosa di giusto e normale. Qualche parola scappa dalla bocca del leghista Giancarlo Giorgetti che ammette che la commissione bilancio non ha esaminato tutti gli emendamenti e che, nonostante tutto, «nessun emendamento è stato approvato, il testo arriva qui esattamente identico a quello presentato dal governo».
«Non c’è più neanche il continuum auspicato da Lei, signor presidente della Camera, fra maggioranza e governo. Siamo ormai al governo che espropria, il Parlamento, compresa la sua maggioranza. Così non si può andare avanti». Lo ha detto intervenendo in aula stamani sull’ordine dei lavori il vice presidente del gruppo PD, Gianclaudio Bressa.
Facendo a riferimento all’esame della finanziaria della commissione Bilancio, Bressa ha detto che si tratta solo dell’ultimo esempio che dimostra come il governo stia stravolgendo la Costituzione per la parte che riguarda la formazione delle leggi.
«Il governo ha presentato tutto ciò – ha proseguito Bressa come un’innovazione, per avere maggiore efficacia. In realtà di fronte alla crisi che sta attraversando tutto il mondo non è statoin grado di fare nulla, men che meno a favore di lavoratori e imprese, e la vostra manovra di luglio è stata impostata senza alcuna comprensione di quanto sta avvenendo.
«In realtà – ha concluso Bressa - siamo in pratica a un sostanziale commissariamento di governo e Parlamento da parte del ministro Tremonti, come dimostra il modo con cui siete intervenuti su scuola e università».
«Dubito fortemente che essere europei voglia dire che il Parlamento non possa mettere bocca sulla finanziaria. Questo è quello che è successo. E se si pensa che gli emendamenti del PD sono solo alcune decine, c’è da chiedersi dove il ministro Vito ha visto i rischi di pressioni settoriali, localistiche o corporative». Lo ha dichiarato il capogruppo del PD nella commissione Bilancio della Camera, Pierpaolo Baretta, che ha aggiunto: «la verità è che il governo ha varato una finanziaria che la sua maggioranza non è riuscita a votare e che nel merito non affronta nessuno dei gravi problemi che ha il paese. C’è da sperare che, al di là dei rituali complimenti che Vito rivolge al presidente della commissione e al relatore, nella discussione in assemblea governo e maggioranza siano in grado di discutere e produrre risultati all’altezza dei problemi del paese. Il PD – ha concluso - non è disponibile a scambiare il non voto di fiducia con l'inemendabilità del testo originario della Finanziaria».
Per Francesco Boccia «l'abbandono dei lavori sulla Finanziaria in commissione Bilancio è stato inevitabile. Abbiamo assistito alla cancellazione delle regole del confronto tra maggioranza e opposizione e per la prima volta all'umiliazione dei parlamentari della maggioranza, ormai commissariati dal Ministro Tremonti e costretti al silenzio quando non condividono le sue politiche economiche».
«L'utilizzo spregiudicato dei fondi FAS (Fondi per le aree sottoutilizzate) da parte del Governo – prosegue Boccia - ci preoccupa. Tremonti ormai considera il FAS una sorta di Bancomat che sottrae risorse al Mezzogiorno. All'insediamento del governo Berlusconi il FAS ammontava a 64 miliardi di Euro. Tra prelievi diretti, decreti d'urgenza, oboli vari e prenotazioni che stanno avvenendo in una sorta di folle competizione tra Ministri, il FAS è sceso a 52 miliardi. In ogni caso presenteremo immediatamente un'interrogazione urgente per chiedere al Governo qual è il saldo dei prelievi e a chi sono state sottratte le risorse. Tutto questo è accaduto nel silenzio assordante dei parlamentari di maggioranza, costretti a ritirare i loro emendamenti e a rinnegare anche i loro suggerimenti, come è successo allo stesso relatore di maggioranza, on. Giudice, che tentando di difendere il FAS e il Mezzogiorno dall'assalto è stato travolto da Vegas e Tremonti fino a ritirare il timido emendamento che aveva presentato».
A.Dra
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