18 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Scorie nucleari

«Sel sito unico per le scorie nucleari non c’è più traccia»

La Camera dei Deputati ha respinto a maggioranza un Ordine del Giorno presentato dall’On. Luigi BOBBA

La Camera dei Deputati ha respinto a maggioranza un Ordine del Giorno presentato dall’On. Luigi BOBBA (Vice Presidente Commissione Lavoro della Camera e Segretario del PD di Vercelli) con il quale si chiedeva al Governo di individuare, secondo le procedure già previste dal decreto Bersani del febbraio scorso, un sito unico nazionale per le scorie nucleari.

«Il nostro territorio – ha spiegato Luigi BOBBA – è pesantemente gravato dalla presenza di ben due siti, Saluggia e Trino, e dunque non può che auspicare una rapida individuazione del sito unico nazionale».
In particolare a Saluggia è stoccato il 75% delle scorie nucleari liquide che certo non possono restare in un sito altamente inadatto per l’entità della popolazione residente, per il rischio di esondazione della Dora e per la presenza di un acquedotto – quello del Monferrato – che serve più di 300.000 cittadini delle province di Vercelli, Torino, Asti e Alessandria.

«Purtroppo – ha affermato Luigi BOBBA nel suo intervento in Aula – avevamo ragione. Il fatto che il decreto del Ministro dell’Ambiente, emanato ad ottobre, non prevedesse più la contestualità tra costruzione a Saluggia del deposito CEMEX (per stoccare le scorie cementificate) e l’individuazione del sito nazionale dove successivamente trasportarle, ci aveva messo in allarme. Il PD aveva chiesto esplicitamente questa precondizione e la Regione Piemonte l’aveva inserita in una delibera del luglio scorso».

Il Governo con l’esplicitazione di un parere contrario ha manifestato la volontà di non procedere all’individuazione di un sito unico. «Il che è come dire: ognuno si tenga le sue scorie, Saluggia compresa».
Sorprende che contro l’OdG abbia votato anche l’On. Roberto Rosso, che è stato molto attento a far rifluire a Trino il 75% delle compensazioni per i disagi relativi alle scorie nucleari attribuite alla Provincia di Vercelli, ma in Aula si è scordato di essere rappresentante dei cittadini vercellesi. «La conclusione è evidente: chi si proclama paladino del nostro territorio, poi quando deve votare nell’Aula della Camera o si volta dall’altra parte o si distrae per non dispiacere al proprio partito».