Presidio davanti al negozio della 3 dei lavoratori H3G
Altissima la partecipazione allo sciopero, tutt’ora in corso, con una adesione che sfiora il 90%
Oggi le lavoratrici e i lavoratori di H3G sono scesi in sciopero contro il progetto aziendale di ridurre i livelli occupazionali e per chiedere alcune semplici garanzie, indispensabili per il rilancio dell’azienda e per garantire un futuro a tutti i dipendenti. Il 3 ottobre infatti, «3» ha avviato la procedura di mobilità per 270 licenziamenti collettivi a livello nazionale. Con una mail a tutti i dipendenti l’Amministratore delegato del Gruppo ha «invitato» i dipendenti a considerare l’ipotesi di una propria dimissione dal lavoro.
Le OO.SS. si sono immediatamente attivate per contrastare la decisione assunta dalla proprietà e hanno ottenuto un incontro in sede nazionale per la prossima settimana.
Il presidio di questa mattina, che si è svolto dalla ore 9,30 alle ore 12,00 – davanti alla sede del negozio della «3» di V. XX Settembre a Genova - ha visto un’ampia partecipazione di lavoratori e delegati ed è solo il primo atto pubblico di una serie di iniziative che saranno assunte dai dipendenti H3G se non vi sarà uno sbocco positivo della vertenza.
Si tratta infatti di una mobilitazione con poche e semplici parole d’ordine: ritirare i licenziamenti collettivi e - attraverso mobilità professionale, ricorso a telelavoro, formazione mirata - offrire a tutti i lavoratori del gruppo impattati la possibilità di continuare a lavorare in 3, nel proprio comune di lavoro. Si chiede quindi una garanzia formale: il prossimo piano industriale deve prevedere espressamente che non vi saranno ulteriori interventi sui livelli occupazionali nell’area dei customer. Area che va invece implementata in qualità e quantità di forza lavoro. Infine chiediamo trasparenza e certezze sul futuro dei tecnici di rete rimasti in H3G e non transitati in Ericsson: servono confronti preventivi sull’evoluzione dei possibili scenari e comunque tutele occupazionali e normative pari almeno a quelle che i propri colleghi hanno ottenuto nel 2003 passando ad Ensi.
Altissima la partecipazione allo sciopero, tutt’ora in corso, con una adesione che sfiora il 90%.
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