3 maggio 2024
Aggiornato 18:30
Altro che giornata del risparmio

«Per noi si dovrebbe chiamare giornata del debito!»

Federconsumatori: «Allibiti dal fatto che non vi sia stato un minimo accenno di autocritica per i disastri compiuti nel settore bancario e finanziario»

Nella Giornata del Risparmio che, a dir la verità, si dovrebbe chiamare la «Giornata del Debito» Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti sono rimasti allibiti dal fatto che non vi sia stato un minimo accenno di autocritica per i disastri compiuti nel settore bancario e finanziario.

Negli interventi di oggi aleggiava, inoltre, ancora una sottovalutazione della crisi che le famiglie stanno subendo sul versante delle disponibilità finanziarie, con un credito al consumo che si attesta a circa 100 miliardi di Euro e con un potere di acquisto ridotto ai minimi termini, che sta producendo una gravissima recessione nel nostro Paese.

Vogliamo infatti ribadire, anche utilizzando dati della Banca d’Italia, che la crisi finanziaria ha una ricaduta negativa per le famiglie di 1827 Euro annui, sia per effetti diretti (andamento dei titoli azionari e perdite di prodotti finanziari tossici) che indiretti (caduta del PIL, aumento delle rate dei mutui a tasso variabile, aumento del costo dei prestiti, aumento dei costi di investimento delle imprese e ricadute sui prezzi dei beni). Lo studio completo e dettagliato di tali ricadute è presente sui siti delle nostre associazioni.

Oggi, ancora una volta, il Governatore della Banca d’Italia Draghi da ragione alle nostre associazioni, che, nel denunciare la pratica inutilità dell’accordo Governo – ABI sui mutui, sostenevano la validità degli altri strumenti di rinegoziazione e di surroga di questi ultimi.
Abbiamo ulteriormente apprezzato, inoltre, l’invito dello stesso Governatore ad utilizzare, per la determinazione delle rate dei mutui, il tasso di sconto anziché l’Euribor.

Per i Presidenti di Adusbef e Federconsumatori due sono le questioni urgenti da risolvere, cioè rimborsare tutti i risparmiatori coinvolti e non procrastinare oltre lo strumento della Class Action, così avversato da banche ed altri operatori, che puntano a rendere difficoltosi i rimborsi ed i risarcimenti dovuti dalle malefatte del sistema bancario.