30 luglio 2025
Aggiornato 23:30
Maxi-sequestro latte e altri prodotti a Napoli

«Fumo negli occhi. Manca l’etichettaura sul latte in polvere»

Codacons: «Prepariamo denuncia contro il Ministero della Salute»

Il maxi-sequestro di latte cinese avvenuto ieri a Napoli rappresenta solo «fumo negli occhi» per i consumatori italiani e, anziché rassicurare i cittadini, contribuisce a destare preoccupazione in merito alla sicurezza alimentare nel nostro paese.

«Il problema non è solo capire come quintali di latte «vietato» siano entrati nel nostro paese, e quindi quale sia il livello dei controlli – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – ma è molto più generale, e riguarda l’etichettatura dei prodotti. Non serve a nulla, infatti, effettuare maxi-sequestri sporadici quando non si può conoscere la provenienza esatta di un prodotto venduto in un qualsiasi supermercato o della materia prima che lo compone».

Quando scoppiò lo scandalo melamina in Cina, avevamo diffidato il Ministero della salute perché emanasse una ordinanza - alla stregua di quanto fece l’ex Ministro della salute Storace per l’influenza aviaria - per rendere obbligatoria l’indicazione della provenienza del latte, relativamente alle confezioni di latte in polvere vendute in Italia. A tutt’oggi, infatti, per numerose marche si sa dove è stato impacchettato un determinato latte in polvere, ma non si sa da quale paese provenga la materia prima.

Misura che non è stata mai adottata dal dicastero. Per questo motivo – spiega il Codacons – saremo costretti a rivolgerci alla Procura della Repubblica di Roma, cui chiederemo di accertare se il comportamento del Ministero della salute possa configurare eventuali illeciti come omissione di atti d’ufficio e concorso in diffusione di sostanze alimentari adulterate.