19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Trasporti regionali

Contratto Regioni - Trenitalia, Cavallera: «Ci saranno disagi dopo il 30 settembre?»

In mancanza di un accordo entro il 30 settembre, Trenitalia ha già previsto il taglio di alcuni servizi forniti, con ripercussioni molto negative sul trasporto ferroviario locale

«Il problema del trasporto ferroviario locale è una patata bollente che l’attuale esecutivo nazionale ha ereditato dal governo Prodi e che richiede un impegno serio e urgente anche da parte delle Regioni, considerando le loro specifiche competenze in materia». Il consigliere regionale di Forza Italia-Pdl, Ugo Cavallera, dopo il quadro preoccupante tracciato di recente dalla Conferenza delle Regioni in merito ai servizi del trasporto ferroviario regionale, ha indirizzato un’interrogazione urgente per sollecitare la Giunta Bresso a intervenire, chiedendo quali soluzioni la Regione intenda fornire per affrontare la questione nel breve e nel medio periodo.

Per il rinnovo del contratto di servizio fra le singole Regioni e Trenitalia, peraltro già scaduto il 31 dicembre 2007, la società fornitrice del servizio ha previsto un incremento di costi e quindi un aumento del fabbisogno, con una richiesta di risorse aggiuntive pari a 120 milioni di euro in più rispetto alla somma dei fondi stanziati nella Finanziaria 2008, già integrati da 330milioni di euro, di cui 250milioni assegnati dal governo Berlusconi. In mancanza di un accordo entro il 30 settembre, Trenitalia ha già previsto il taglio di alcuni servizi forniti, con ripercussioni molto negative sul trasporto ferroviario locale, la cui domanda è oggi incrementata anche in conseguenza del rincaro del prezzo della benzina.

«In attesa dell’operatività del federalismo fiscale è inconcepibile che lo Stato finanzi in maniera passiva la lista di pretese crescenti di Trenitalia – sostiene Cavallera - dato che questo sistema non può che generare un circolo perverso e inefficiente. «Occorre quindi che si definisca un equilibrio migliore. Se è vero che le richieste accampate da Trenitalia sono pesanti e soprattutto prevedono costi crescenti anche a lungo termine, si potrebbe verificare se sussistano le condizioni per aprire alla concorrenza di altri vettori italiani o europei, una volta definito un budget in linea con le esigenze del traffico pendolari, allo scopo di organizzare un bando di gara. Questa soluzione potrebbe risultare adeguata per Regioni come il Piemonte, che conta una presenza capillare della rete ferroviaria sulla sua superficie e si posiziona in un’area di confine con Francia e Svizzera, Paesi sul cui territorio sono storicamente presenti vettori potenzialmente interessati a espandersi».

Il consigliere azzurro ha quindi sollecitato la Regione a specificare quali risorse intenda mettere in campo per arginare la situazione del trasporto ferroviario locale, allo scopo di garantire la continuità di un servizio non solo essenziale per molti pendolari, ma anche strategico per le connessioni con le tratte del trasporto nazionale e per il raggiungimento di numerose località turistiche piemontesi.