Energia, Mannheimer: «Il 62% degli italiani è favorevole al nucleare»
Il primo rapporto su “Gli Italiani e L’energia”. Obiettivo: fare il punto sulla situazione italiana in merito alla questione energetica vista dalla parte dei cittadini
Durante il meeting di Confesercenti è stata presentata dal sondaggista Renato Mannheimer la ricerca che ISPO ha realizzato per conto di Confesercenti, il primo rapporto su «Gli Italiani e L’energia», con l’obiettivo di fare il punto sulla situazione italiana in merito alla questione energetica vista dalla parte dei cittadini.
Per la sua realizzazione è stata effettuata una complessa indagine su un campione particolarmente ampio di individui (più di 4000), rappresentativo della popolazione adulta italiana.
Le tematiche affrontate sono state davvero tante, così come lo sono, del resto, gli stimoli e i motivi di attenzione da parte della gente negli ultimi tempi: la crescita continua dei costi del petrolio e l’attenzione sulla opportunità di puntare maggiormente su fonti di energia pulita e rinnovabile; la questione dei rifiuti; la liberalizzazione del mercato dei fornitori di energia; l’ampio dibattito sul nucleare; il risparmio energetico e l’importanza del contributo dei singoli cittadini all’implementazione di pratiche di contenimento degli sprechi.
Un ampio rapporto ricco di contenuti e spunti che cerchiamo qui di sintetizzare in alcuni punti principali
Ciò che emerge innanzitutto dalla ricerca è che gli italiani hanno ben chiara ormai l’importanza della questione energetica. La maggioranza assoluta considera il costo dell’energia davvero troppo alto (92%) ed è cosciente della necessità di fonti di energia diverse dalle tradizionali (89%).
Ciononostante, la maggioranza degli italiani sente di essere poco o per nulla informata sull’argomento. Inoltre, nonostante negli ultimi anni il tema sia di grande attualità, il livello di informazione su tali tematiche sembra non crescere molto nel tempo: dal 2006 ad oggi la percentuale di chi ritiene di essere informato sale solo di 4 punti passando da 37% al 41%.
Ciò risulta particolarmente evidente per le fonti rinnovabili. La conoscenza «più consapevole» rimane pressoché invariata rispetto a 3 anni fa (in media al 57%). Ciò che invece cresce rispetto al passato è «l’averne sentito almeno parlare». Se un tempo, poi, esistevano delle differenze sostanziali tra i diversi tipi di energia riguardo alla quantità di persone che ritenevano di conoscerle, ora tali differenze paiono più sfumate. La percentuale di chi ha sentito almeno parlare di fonti rinnovabili, come quella solare, nucleare, idroelettrica o eolica, è per ciascuna, attorno al 90%.
Ma oltre a conoscerle almeno per sentito dire, gli italiani si fidano delle fonti alternative? I dati rispondono in modo chiaro. Il 52% degli intervistati le ritiene più efficienti delle fonti tradizionali, il 15% efficienti allo stesso modo. E’ soprattutto chi dichiara di conoscerle bene a giudicarle particolarmente valide (65%).
Tra le fonti rinnovabili, visti gli ultimi dibattiti e la delicatezza dell’argomento che da sempre divide gli italiani, non potevamo non soffermarci sull’energia nucleare. Il 62% degli intervistati è favorevole alla produzione italiana di energia nucleare, per il 47% anche in territorio nazionale. E’ una percentuale in crescita rispetto al passato: dal 2005 è salita di ben 8 punti. Naturalmente, resta da comprendere se questa «apertura» nei confronti di tale fonte di energia sia dovuta più ad una effettiva crescita di fiducia verso le centrali nucleari e/o ad una maggiore consapevolezza di un bisogno sempre più evidente di fonti energetiche alternative.
Di fronte al problema energetico, le possibili soluzioni possono derivare non solo dalla ricerca e dallo sviluppo di fonti alternative ma anche dal risparmio energetico, a partire dai singoli cittadini. Ma gli italiani ne sono consapevoli?
Il 50% considera la riduzione dei consumi energetici come il tema prioritario da affrontare nell’immediato ed il restante 46%, pur non considerandola prioritaria, la ritiene una questione importante per il Paese.
Ma il dato ancora più eclatante è che ben il 75% degli intervistati riconosce che ogni persona può contribuire a evitare sprechi di energia e solo il 16% delega tale compito principalmente alle imprese.
Emerge una certa incertezza riguardo, invece, ai possibili miglioramenti dell’offerta energetica derivanti dalla liberalizzazione del mercato dell’energia. Solo il 36% degli intervistati appare ottimista, contro un 41% di sfiduciati ed un 23% che non ha elementi per esprimersi. Del resto, esattamente ad un anno dalla sua introduzione, solo un italiano su due sa che può scegliere il proprio fornitore di energia elettrica. Il 32% ne ha solo sentito parlare ma non ha idea di come fare. Ancora una volta, dunque, l’informazione riguardo al tema dell’energia appare piuttosto superficiale.
Infine il tema scottante dei rifiuti. La pratica della raccolta differenziata incontra, ormai ampio consenso: è considerata utile (73%) e importante (77%). Gli italiani concordano ampiamente anche sugli effetti che potrebbe avere in Campania nel risolvere l’emergenza rifiuti (89%). Per molti è diventata dunque un’abitudine e per chi ancora non la fa evidentemente è un impegno a cui potrebbe sottostare.
Le cose cambiano, invece, quando si ipotizza la costruzione di un inceneritore o termovalorizzatore nella propria zona. Solo il 46% degli intervistati è favorevole, i restanti si dividono tra preoccupati (22%) e contrari (21%). C’e’ da dire, tuttavia, che l’apertura verso tali soluzioni è notevolmente cresciuta in questi anni. Dal 2004 ad oggi i favorevoli a tali impianti nella propria zona sono cresciuti di ben 14 punti percentuali, passando dal 32% al 46% nel giro di 4 anni. I più possibilisti si trovano in misura maggiore tra chi risiede al nord, soprattutto al nord-ovest (51%), mentre chi si oppone è più presente al sud (26%).
Il quadro che emerge, in sintesi, appare abbastanza confortante: una consapevolezza ormai diffusa del problema energetico ed una tendenza all’apertura verso diverse possibili soluzioni, anche se difficili o che richiedono sacrifici. Nonostante il tema sia di estrema attualità e sia affrontato quasi quotidianamente dai media, emerge un’informazione ancora superficiale sulle potenzialità, i rischi e le diverse alternative che riguardano il tema dell’energia. Il che suggerisce ad enti ed istituzioni di lavorare per realizzare una migliore comunicazione.
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