24 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Discussione con Confindustria sulla riforma del modello contrattuale

Contratti, Camuso: «No a limiti di tempo per la trattativa»

«Si vuole chiudere entro il 30 settembre solo per questioni fiscali»

«La discussione con Confindustria sulla riforma del modello contrattuale si vuole chiudere entro il 30 settembre solo perchè è collegata a questioni fiscali, cioè alle tabelle d'accompagnamento della manovra finanziaria che il governo vuole stilare per quella data. Ma fissare una scadenza è un modo strano di condurre le trattative. Non può essere la variabile 'tempo' a decidere se si sono raggiunte le condizioni di merito». A sostenerlo è la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso, in un'intervista a 'Rassegna.it'.

«Al centro della trattativa - spiega la sindacalista - c’è la questione salariale, base della nostra piattaforma. Anzitutto serve una risposta sul terreno fiscale, che secondo noi non può arrivare solo dalla contrattazione di secondo livello, come vuole Confindustria. Di sicuro il secondo livello è utile e va regolamentato, ma deve essere accompagnato da un provvedimento generale su lavoro dipendente e pensioni».

Camusso parla anche del tasso d'inflazione programmata, fissato dal governo all'1,7 per cento: «Confindustria ha convenuto con noi che riferirsi solo a quel valore sarebbe stato un errore, e questo è bene». Ma le distanze con viale dell'Astronomia restano: «Gli industriali - spiega la dirigente sindacale - vogliono limare questo indice depurandolo dall'inflazione cosiddetta 'importata' quindi anche il prezzo delle materie prime. Per noi è sbagliato, perchè si finirebbe col ridurre ancora di più i salari. Ma non solo. Con la moneta unica si farebbe pagare ai lavoratori italiani due volte il prezzo delle materie prime che arrivano dall'estero».