Emendamento contratti a termine e assegno sociale
Sacconi: «Riguarda quasi esclusivamente controversie con la società Poste Italiane»
L’emendamento sui contratti a termine introdotto dalla Commissione Bilancio della Camera e riprodotto con una sostanziale correzione («solo» in luogo di «anche») dal maxiemendamento del Governo – al di là di ogni giudizio tecnico e politico sulla sua congruità e coerenza con la disciplina generale dei rapporti di lavoro – deve comunque essere letto nella sua effettiva portata di norma transitoria esclusivamente riferita ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Esso riguarda quindi una platea limitata di destinatari interessati quasi esclusivamente a controversie con la società Poste Italiane.
Il Governo ha ora il primario interesse ad una tempestiva, definitiva approvazione della manovra economica nell’interesse del Paese in relazione anche ai fattori di instabilità internazionale.
Il disegno di legge relativo ai rimanenti contenuti della manovra e che proseguirà l’iter parlamentare nei prossimi mesi, con una probabile conclusione entro l’anno, sarà la sede idonea per l’esame degli eventuali interventi correttivi necessari a garantire una disciplina a regime coerente con l’accordo tra Cisl, Uil e organizzazioni dei datori di lavoro del 5 maggio 2001.
Analogamente, si procederà a correggere in quella sede la norma relativa ai criteri di accesso all’assegno sociale in modo che il doveroso controllo degli eventuali abusi da parte di cittadini extracomunitari non penalizzi le tradizionali categorie di fruitori italiani.
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