28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Fisco

L'evasione? Colpa delle troppe tasse

Il direttore dell'agenzia delle Entrate Beffera: «Se ci fosse meno pressione fiscale ci sarebbe anche meno frode». Sul redditometro: «Assolutamente nessuna marcia indietro. Abbiamo superato tutti i controlli del Garante della Privacy»

ROMA - Attilio Befera, il quale, parlando a Radio 24, ha aggiunto di ritenere che possa esistere una evasione di sopravvivenza: «Penso di sì - ha detto - anche se non so bene, non essendo un evasore».

REDDITOMETRO QUASI PRONTO - Befera ha poi sottolineato che non c'è «assolutamente» una marcia indietro sul redditometro. «Abbiamo superato tutti i controlli con il Garante della Privacy - ha detto - ora stiamo mettendo a punto le ultimissime particolarità».

CGIA, CARICO FISCALE INSOPPORTABILE - Il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, condivide il pensiero di Befera: «Ha ragione il direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ad affermare che c'è anche una evasione di sopravvivenza legata alla difficile situazione economica. La vera causa dell'infedeltà fiscale presente in Italia è, a mio avviso, dovuta ad un carico fiscale che ha raggiunto un livello non più sopportabile: indipendentemente dall'evasione fiscale, il nostro Erario dispone comunque di una quantità di entrate maggiore degli altri Paesi».

EVASIONE NON SIA ALIBI, SOLDI SPESI MALE - Dall'associazione artigiani e piccole imprese hanno continuato: «Il problema è che lo Stato italiano questi soldi non li spende bene, nonostante debba farsi carico di una spesa molto elevata per gli interessi sul debito pubblico. Certo, l'evasione va combattuta ed estirpata, ma è bene che in nessun modo si usi l'alibi dell'evasione fiscale per perorare la tesi che non ci sono i soldi, ad esempio, per la scuola, le infrastrutture, lo stato sociale o la sanità: chi sostiene questa tesi non dice la verità».

PRESSIONE TRIBUTI 3% IN PIÙ SU MEDIA UE - Nel 2012, ha ricordato Bortolussi, la pressione tributaria in Italia - ovvero le imposte, le tasse e i tributi sul Pil - era pari «al 30,2 per cento: 3,7 punti in più della media Ue e ben 6,6 punti in più della Germania. Una differenza che è solo in parte giustificata dal maggior costo del debito pubblico. Dai tedeschi, ad esempio, ci separano 3 punti di Pil (per gli interessi sul debito noi paghiamo il 5,5 per cento del Pil mentre la Germania il 2,5 per cento)».

SOLO FRANCIA HA MAGGIOR CARICO FISCALE - E passando all'analisi della pressione fiscale, le cose non cambiano di molto secondo la Cgia: «Sempre l'anno scorso, la pressione fiscale in Italia (vale a dire la somma della pressione tributaria e quella contributiva sul Pil) è salita al 44 per cento (per quest'anno è prevista in aumento di un altro 0,3 punti). Tra i big dell'Ue solo la Francia (46,9 per cento) aveva un carico fiscale superiore al nostro, mentre tutti gli altri si collocavano abbondantemente al di sotto: Germania al 40,6 per cento; Regno Unito al 37,1 per cento, mentre la media Ue era del 40,5 per cento».