Fontanini «liquida» Perissutti e Pizzocaro e li sostituisce con Manzan e Falcone
Stefano Salmè, segretario della lista civica «Io Amo Udine» dichiara «tradito il patto elettorale» e chiede le dimissioni del primo cittadino
UDINE - La decisione di rimpasto comunicata la scorsa settimana ha vissuto oggi, mercoledì 27 novembre, i suoi primi atti ufficiali. Se i due assessori uscenti, Daniela Perissutti e Paolo Pizzocaro, hanno ricevuto la comunicazione di revoca, i due subentranti, Giulia Manzan e Antonio Falcone, si sono presentati in municipio per firmare l'accettazione dei nuovi incarichi. La comunicazione ufficiale del rimpasto sarà data durante il Consiglio comunale previsto per le 17.30 di venerdì 29 novembre.
Salmè parla di tradimento
E Stefano Salmè, segretario della lista civica 'Io Amo Udine' e compagno dell'assessore Perissutti parte all'attacco contro il sindaco Fontanini: «Alle ore 12.30 la nostra rappresentante nella giunta di Udine, l’assessore Daniela Perissutti, ha ricevuto (mentre era al lavoro nel suo ufficio in Comune, tramite il messo comunale) la revoca delle sue deleghe. La lunga carriera del sindaco Fontanini viene macchiata dall’onta del tradimento. Il 4 maggio del 2018, nella sede del nostro movimento, davanti a decine di candidati delle due liste che mi sostenevano come candidato sindaco di Udine, Fontanini contrasse con noi un patto elettorale che gli permise di diventare sindaco di Udine. La coalizione di liste che mi sostenne al primo turno elettorale, totalizzò 1.208 voti. Il 13 maggio al turno di ballottaggio la coalizione che sosteneva Pietro Fontanini vinse con un margine di soli 280 voti. Oggi, dopo essere stati determinanti per la sua, per la loro vittoria, veniamo vigliaccamente 'scaricati'. Il sindaco ha tradito la parola data ai nostri elettori, che avevano avuto garanzia dal sindaco di essere 'rappresentati' nella futura giunta (il video dell’incontro lo prova). Il sindaco ha tradito lo spirito stesso della logica dell’ 'elezione diretta del sindaco', per cui il sindaco risponde agli elettori che lo hanno direttamente eletto e non ai partiti come accadeva nella prima repubblica».
«Fontanini come un piccolo Badoglio»
«Come un piccolo Badoglio qualsiasi - continua Salmè - prima vince con i voti della destra udinese (seppur civica), poi tratta per mesi un rimpasto, mentre contestualmente continua a rassicurarci sulla sua lealtà al patto elettorale (per non farci agitare), per poi infine annunciare sulla stampa il suo tradimento (la vergogna era tanta e si è ben guardato dal dircelo in faccia). Questo metodo di far politica avrà anche permesso a Fontanini di navigare nella politica per 35 anni, ma ha sicuramente nauseato i cittadini. L’uomo solo al comando è oggi semplicemente solo, accerchiato, in una città che lo percepisce come un corpo estraneo alla sua cultura, alla sua tradizione politica, dove il comando è affidato a pochi consiglieri comunali che sono riusciti con il ricatto politico ad ottenere le chiavi dell’amministrazione. La maggioranza consiliare ritrovata grazie al tradimento, si abbarbica nel 'Palazzo', per la paura di doversi confrontare con i cittadini. Nell’ultima riunione farsa (quella dove il sindaco friulanista ha sentito il bisogno di chiamare a protezione i vertici triestini), il sindaco, in risposta alle contestazioni, gesticolava nervosamente parlando delle 'riviste americane' che magnificano la 'sua Udine'. Chiuso nel bunker con i suoi «generali», il sindaco ha perso completamente il senso della realtà della nostra città. Non era questo il risultato che gli udinesi di centrodestra speravano dopo la vittoria così a lungo agognata».
Chieste le dimissioni del sindaco
«Il sindaco - conclude Salmè - faccia un gesto di dignità politica e personale e si dimetta, restituendo la parola ai cittadini udinesi. Noi, a differenza del sindaco, rimaniamo coerenti. Siamo pronti a partecipare alla costruzione di una nuova coalizione vincente in grado di garantire quella 'rivoluzione' che in campagna elettorale avevamo promesso. Facciamolo ora, quando il vento sovranista è ancora forte, piuttosto che ritardare e condannarci così a sconfitta certa. Nell’attesa di costruire nei prossimi mesi, le premesse di una nuova coalizione di centrodestra vincente, il giudizio che noi daremo sugli atti dell’amministrazione Fontanini, sarà scevro da livore personale e indirizzato unicamente verso il bene comune della cittadinanza. Noi, a differenza di Fontanini, non tradiamo».
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