19 aprile 2024
Aggiornato 21:30
in ottica 2050

Allarme pensioni nel Friuli occidentale: le previsioni e la preoccupazione di Confcooperative Pordenone

Entro il 2050 oltre 5 milioni di persone rischiano la povertà. Il Friuli occidentale si difende rispetto alle altre parti d'Italia anche grazie alla cooperazione. Piccoli: «Ma condividiamo questa preoccupazione, soprattutto per i giovani»

PORDENONE - Una bomba sociale che rischia di esplodere pure in un territorio, come quello del Friuli occidentale, che finora anche grazie al ruolo della cooperazione, ha retto sul profilo dell’occupazione meglio di altre parti d’Italia. Confcooperative Pordenone si unisce all’appello del suo organismo nazionale che in vista del 2050 lancia l’allarme per precari, Neet (giovani tra i 18 e 34 anni che non hanno ma neanche cercano un lavoro), working poor e cittadini costretti a 'lavori gabbia' (attività non qualificanti e a bassa intensità lavorativa dalle quali una volta entrati è difficile uscirne). Un gruppo di 5,7 milioni di lavoratori che rischiano di alimentare le fila dei poveri in Italia entro metà del secolo.

EMERGENZA LAVORO E POVERTA' - «Queste condizioni hanno attivato una bomba sociale che va disinnescata. Lavoro e povertà – dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative Nazionale – sono due emergenze sulle quali chiediamo al futuro governo di impegnarsi con determinazione per un patto intergenerazionale che garantisca ai figli le stesse opportunità dei padri. Non sono temi di questa o di quella parte politica, ma riguardano il bene comune del paese. Sul fronte della povertà il Rei (Reddito di inclusione, ndr) con un primo stanziamento di 2,1 miliardi che arriverà a 2,7 miliardi nel 2020 fornirà delle prime risposte, ma dobbiamo recuperare 3 milioni di Neet e offrire condizioni di lavoro dignitoso ai 2,7 milioni di lavoratori poveri. Rischiamo di perdere un’intera generazione».

MASSIMA ATTENZIONE AI GIOVANI - Concentrandosi proprio sui giovani tra i 25 e 34 anni, soggetti a rischio nel 2050, lo studio di Confcooperative nazionale individua per la nostra regione, Friuli occidentale compreso, una situazione tra le più confortanti d’Italia (dati Istat 2016 elaborati da Censis): il tasso di occupazione (rapporto tra occupati e popolazione) è del 70,1%, quello di disoccupazione (rapporto tra disoccupati e forza lavoro composta da occupati e disoccupati) all’11,3%. Ma il tasso di inattività (persone che non sono né occupate né disoccupate rispetto la popolazione) è però a un 21% che non va trascurato (la media italiana, nei vari indicatori, è rispettivamente di 60,3, 17,7 e 26,8%) con in termini assoluti la presenza di 27.400 Neet.
«Condividiamo questa giusta preoccupazione - ha aggiunto Luigi Piccoli, presidente di Confcooperative Pordenone - che porta a lavorare oggi per il futuro delle giovani generazioni, non lasciando loro problemi che se trascurati saranno di sempre più difficile soluzione. In tal senso la cooperazione sarà sempre più una risposta, anche nel nostro territorio dove, seppure in una situazione migliore al resto d’Italia, si notano alcune circostanze poco confortanti di aziende che licenziano e di altre che sì assumono ma offrendo magari condizioni di lavoro peggiorative. Il nostro impegno non verrà meno nell’aiutare il tessuto sociale ed economico del Friuli occidentale».