24 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Verso le elezioni

Cerno effetto domino: causa la bocciatura di Balloch e la fuga di Marsilio

Il niet al sindaco di Cividale è arrivato da Savino e Riccardi. Ora che farà la Lega? Intanto Marsilio lascia il Pd: "La scelta di Cerno è una pugnalata"

FVG - Effetto domino sul centrodestra dopo la bocciatura alla corsa al Senato di Stefano Balloch. Le ripercussioni sulla scelta del candidato alla presidenza del Fvg sono già scattate. Il niet al sindaco di Cividale – che ormai credeva che palazzo Madama fosse cosa fatta - è arrivato l’altra sera durante il vertice romano cui hanno partecipato anche la coordinatrice regionale azzurra, Sandra Savino, e il candidato presidente della Regione, Riccardo Riccardi. Anzi, sarebbero stati loro a chiedere a Berlusconi di sbarrare la porta a Balloch, riaccendendo il fuoco delle divisioni che da sempre covava sotto la cenere. Acque agitate anche nel centrosinistra, dove il consigliere regionale Enzo Marsilio ha annunciato il suo addio al Pd a causa della candidatura di Tommaso Cerno. 

Tutto è partito con la discesa in campo di Cerno
A innescare la miccia è stata sicuramente la candidatura al Senato, per il Pd, dell’ex condirettore di Repubblica Cerno. Candidatura che, evidentemente, ha sparigliato le carte e creato un diffuso malumore non soltanto dentro il Pd del Fvg, ma anche in Forza Italia. E’ vero che Balloch veniva e viene considerato poco ortodosso rispetto alla linea politica di FI (ad esempio si è schierato a favore delle Uti innescando la protesta del suo partito), ma questo non basta a giustificare la sua bocciature in un partito assolutamente liquido e composto da mille anime. Balloch, tra l’altro, dopo avere ottenuto l’iniziale sponsorizzazione della Savino oltre a quella di Cerno, aveva avuto anche l’appoggio del segretario regionale e candidato alla presidenza del Fvg, Massimiliano Fedriga. Che alla luce di quanto è accaduto mai darà il disco verde alla candidatura di Riccardi. Una discesa in campo, quella dell'ex condirettore de La Repubblica, che ha causato l'uscita dal Pd di Marsilio. «La scelta della direzione nazionale del Partito democratico di assegnare il ruolo di capolista al Senato a Tommaso Cerno, si configura come una pugnalata alla schiena di quanti in questi anni hanno lavorato per far crescere il Pd»

In Fvg il candidato si deciderà a marzo
Nei giorni scorsi la Lega del Fvg aveva invitato FI a presentare una rosa di candidati proprio per superare lo scoglio-Riccardi. Gli azzurri avevano replicato con un «non se ne parla». Ora il Carroccio alzerà la posta e il no a Riccardi diventerà una sorta i ultimatum. Inevitabile a questo punto che la trattativa sul candidato governatore scivoli a dopo il voto per le politiche. Anche perché gli azzurri hanno sondato la possibilità che Balloch possa essere dirottato alla presidenza della regione al posto di Riccardi, ipotesi tuttavia stroncata dalle regole sui temi delle dimissioni dall’incarico da sindaco. L’unico terzo incomodo, gradito alla Lega, potrebbe essere il presidente di Progetto Fvg, Sergio Bini.

In vista scenari a oggi impensabili
Così, il voto delle politiche potrebbe spalancare scenari a oggi impensabili che non potrebbero non avere profonde ripercussioni sulle elezioni regionali. Un dato su tutti: se davvero la voce che accredita una sorta di patto Berlusconi-Juncker con il quale il primo garantirebbe, dopo le politiche, la creazione di una grande coalizione con l’esclusione però della Lega, lo tsunami dentro centrodestra e centrosinistra sarebbe tanto inevitabile quanto devastante. Come pure l’azzeramento di tutte le trattative fin lì portate avanti.