30 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Dal 21 maggio all’8 ottobre

‘Amanti, Passioni umane e divine’ a Illegio va in scena il grande dramma dell’amore

In mostra 42 opere d’arte ispirate dai cicli narrativi su cui è fondata la civiltà occidentale: la mitologia classica, la Sacra Scrittura, le vite dei santi, la letteratura cavalleresca e romantica, il teatro

ILLEGIO - I personaggi, dipinti e scolpiti, sono messi in scena a Illegio «come sul palco di un teatro, per rappresentare il grande dramma dell’amore». Il dramma di cui parla don Alessio Geretti, è quello degli ‘Amanti’ e delle loro vicende, narrate in un’altra, stupefacente mostra (la 14^, organizzata dal Comitato di San Floriano, dal 21 maggio all’8 ottobre) che trova sede nel suggestivo borgo carnico. «Le domande che solleveremo con quelle opere d’arte, in fondo riguardano l’uomo di sempre», continua il curatore, che precisa: «È sorprendente avvicinarsi alle opere con l’aiuto dei mediatori (40 giovani), e accorgersi di essere davanti a qualcosa che racconta la propria storia. Ed è questa l’emozione fondamentale che ha il visitatore quando esce dalle nostre mostre. Il quale - sottolinea - forse si appassionerà anche a Ernest Klimt, scoprendo che Gustav aveva un brillante fratello, prematuramente scomparso, e per questo assai meno famoso di lui, ma non meno abile. Potrà anche farsi emozionare alle tavole del 300 senese, o del 400 fiorentino, così come potrà rimanere incantato delle elegantissime, e insuperabili forme della scultura neoclassica di Canova. Ma soprattutto, si troverà conficcate nell’anima le domande fondamentali, che noi vogliamo porre, come cos’è sostanzialmente l’amore?».

42 opere in mostra
La mostra che narra ‘Passioni umane e divine’, proporrà accostamenti di «autori che sono fra loro ‘parenti’ per ambiente di formazione» oltre che famigliare. «Li vedremo tutti dispiegati in una mostra» che propone al pubblico quarantadue opere (28 i prestatori), tra cui alcuni prestigiosi capolavori, provenienti dall’Italia e dall’estero (Austria, Croazia, Svizzera, Ungheria, Regno Unito), da importanti musei pubblici e da collezioni private, attraverso un percorso suggestivo e raffinato per la rarità di alcune iconografie e per l’attualità dei temi. In esposizione ci saranno poi «dei colpi di scena d’arte: tre opere inedite, mai viste in Italia, se non quando nacquero». La ‘Venere e Cupido’ di Artemisia Gentileschi, proveniente da una collezione privata svizzera, «è un magnifico ritrovamento. Come talvolta si salva qualcuno dalle acque in cui potrebbe annegare, abbiamo salvato quest’opera riportandola alla luce e mostrando il bisogno urgente di cura che ha. Le opere che parlano dell’amore, dunque, ci domandano amore. Sarà magari un’occasione di mettere in moto qualche intelligente opera di mecenatismo». Non meno affascinanti gli altri due dipinti raffiguranti ‘Maria Maddalena’, uno di Orazio Gentileschi («fra l’altro il ritratto della pittrice figlia») e l’altro di Bartolmé Esteban Murillo, ambedue da collezioni private londinesi («un altro esempio magnifico di quel clima a forti chiaroscuri e di intensa ricerca spirituale che da un lato incarnava Caravaggio, dall’altra alcuni fiamminghi del nord oppure, appunto, una corrente spagnola»).

L'arte che toglie il fiato: Canova
«Un potere di notevole seduzione lo avranno poi i tre capolavori di Canova. Uno sorprenderà se non altro per il genere. Noi pensiamo a Canova scultore, meno al disegnatore e pittore», come quello che potremo ammirare in ‘Cefalo e Procri’, un grande dipinto che si inserisce perfettamente nella tradizione francese. Ma «ammaieremo anche la storia triste di fedeltà e di timore, di sospetto e di infedeltà rappresentata in ‘Amore e Psiche Stanti’. Una delle cose che ti toglie un po’ il respiro. Ombreggiata e lumeggiata al punto giusto, la scultura mostrerà una capacità seduttiva pura e nello stesso tempo languidamente nostalgica. Un’intimità misurata che questi due personaggi mostrano con lo scambio di quella farfalla, creatura elegante, ma effimera, quasi a indicare il timore che prende alla gola, quel timore che l’amore non riesca a vincere l’incombente maledizione della morte».

Dio si presenta come amante
Inoltre, «meditando su delle cose assolutamente provocatorie – conclude don Geretti -, ci introdurremo a una scoperta molto interessante: Dio stesso si presenta e ha il piacere di presentarsi come amante, come seduttore e corteggiatore, che chiede la mano della sua futura consorte, cioè all’anima che vuole congiungere a sé, e la inanella con un suo gioiello preparato per essa».

L’esigenza fondamentale dell’uomo
Illegio, come spiegato da monsignor Angelo Zanello, presidente del Comitato di San Floriano, si appresta dunque a diventare «un centro dove misurarsi con l’esigenza fondamentale dell’uomo d’oggi e di sempre: l’esigenza dell’amore, potenza spirituale primaria, forza divina che muove tante vicende della storia grandiose e contorte». E lo fa attraverso una mostra che vuole condurci a «riscoprire cosa significa amare e come sia possibile amare realmente, ripercorrendo le storie d’amore scritte indelebilmente nella memoria collettiva dell’umanità, nei miti, nella letteratura, nella Sacra Scrittura».