24 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Sono partiti nel 2012

Dal Friuli, all'Australia, passando per l'Asia a bordo di un LML 125: la storia di Paolo e Lindsay

Dopo i ‘primi’ 40.500 chilometri, se ne sono aggiunti altri 23 mila, in un percorso che li ha condotti da Vancouver a Panama, e ritorno. Lo scorso dicembre da Dubai hanno iniziato il viaggio di ritorno verso l'Italia

FVG - Cinque anni, tanto è durato il viaggio (che per essere precisi è ancora in corso) di Paolo e Lindsay. Programmatore web friulano di 36 anni, lui, infermiera canadese 33enne, lei. Sono partiti nel 2012 da Budoia (in provincia di Pordenone, località natale di Paolo) in direzione Melbourne, dove si trova parte della famiglia di Lindsay. Dopo questi ‘primi’ 40.500 chilometri (in 14 mesi), se ne sono aggiunti altri 23 mila, in un percorso che li ha condotti da Vancouver a Panama, e ritorno; 8 mesi che sono poi diventati un libro (Inseguendo le ombre dei colibrì, che oltre a essere disponibile su Amazon si trova anche alla libreria Quo Vadis, di Pordenone) che narra parte di questa avventura, in particolare il tratto che li ha condotti nel cuore di Messico, Guatemala e El Salvador. Lo scorso dicembre, invece, hanno intrapreso la loro terza avventura: sono partiti da Dubai, per rientrare in Italia, presumibilmente il prossimo ottobre, nel frattempo attraverseranno i Paesi dell’Asia centrale e faranno ‘un salto’ in Oman. 

Alla scoperta del Mondo
In molti sicuramente ci hanno pensato, lo hanno sognato e scritto in quel libricino ‘nascosto’ in fondo a un cassetto impolverato. Si, si, quel libretto in cui ci si appunta: «Le cose che voglio fare nella via». Però diciamocelo, non è mica facile. Ci vuole un bel po’ di coraggio. E non tutti lo trovano. Loro però sì. Sarà che si sono conosciuti proprio viaggiando (in Laos, nel 2011), sarà il «desiderio di muoversi con indipendenza», come ha spiegato Paolo, sta di fatto che un giorno, in sella alla loro LML 125 sono partiti innanzitutto per «visitare l'Asia» e poi per «tornare in alcuni Paesi già visitati in precedenza, con i mezzi pubblici, come l'Iran, la Turchia o l'India. Ma il fatto che metà della famiglia di Lindsay (lato paterno) si trovi a Melbourne e dintorni ha spostato un po' più in là il traguardo finale». E poi è stato tutto un divenire e i chilometri sono cresciuti, e crescono ancora. Ovviamente non tutto è stato ‘all’acqua di rose’ perché «la fase più importante è stata quella della raccolta dei risparmi e delle rinunce che abbiamo fatto quando non viaggiamo. Durante i viaggi, invece, l'utilizzo della tenda per campeggiare, dove possibile, risulta un ottimo strumento per ridurre drasticamente le spese di viaggio»

L’avrete capito, non è un viaggio qualunque
Azzarderei dicendo che è una vera e propria scelta di vita. Perché pur non conoscendoli immagino che questi cinque anni li abbiano profondamente mutati. Perché quando assapori «l'ospitalità iraniana», quando vedi con i tuoi occhi «la disperazione di alcuni migranti centroamericani» e ti fondi con «il calderone di anime indiano» nulla può essere come prima. E poi ci sono quegli orizzonti che arrivano dritti al cuore e fanno centro come «l'outback australiano, il deserto del Beluchistan tra Iran e Pakistan e l'isola di Flores in Indonesia». «Difficile» in ogni caso «stilare classifiche, ogni Paese ha una lunga serie di situazioni, monumenti, incontri, paesaggi positivi o negativi che impressionano». In quanto alla propria casa, invece, «quando si è immersi in viaggi intensi da un punto di vista emotivo, si è troppo presi a immagazzinare il maggior numero di dettagli possibile. Non rimane molto tempo per pensare a ciò che manca». Perché «il viaggio porta con sé una sfilza lunghissima di benefici al fortunato che si muove per il Mondo. Si entra in contatto diretto con la storia, l'architettura, la musica, la letteratura, la religione, la cucina, la lingua e le tradizioni di una nazione. Tutto ciò è materiale che viene assimilato e aiuta» a stare meglio proprio lì, in ogni dove, al Mondo.