Il patto tra forzisti: Riccardi a Trieste, Blasoni a Roma
L'imprenditore udinese lancia l'ex assessore regionale verso la Regione e della città dice: "I possibili candidati sono molti: Fontanini, Michelini e lo stesso Colautti. Senza contare le possibili sorprese”
UDINE - Due mandati come consigliere comunale. Altrettanti come consigliere regionale. E la mancata elezione a Roma per ostracismi interni a Fi. Ma non si è perso d’animo. E oltre ad aver consolidato la sua attività di imprenditore (oggi Sereni Orizzonti conta oltre 3 mila posti letto e oltre 1.500 dipendenti), si è specializzato in temi economici, allacciano rapporti nel ghota economico nazionale. Con Simone Bressan ha creato 'Impresalavoro', Centro studi di ispirazione liberale che lo ha catapultato nel mondo dei media nazionali. Massimo Blasoni, infatti, è stato ed è tuttora regolarmente invitato a diverse trasmissioni televisive: da TgCom24 a DiMartedì di Giovanni Flori, da Agorà a SkyTg24. Ha anche parlato al Cnel qualche giorno fa. Sempre con Bressan ha pubblicato il libro 'E io pago', una sorta di manifesto anti-tasse. Ma, si sa, il primo amore non si scorda mai. E oggi, Blasoni è tra i registi del centrodestra udinese e regionale, in vista del doppio appuntamento elettorale del 2018: Regione e palazzo d’Aronco.
E’ lei in cabina di regia per la scelta del sindaco di Udine per il centrodestra?
«Me ne occupo, ma all’interno di Forza Italia. Il centrodestra è molto più composito».
E che aria tira?
«Direi che la novità è la sintonia vera che si è creata tra Fi, Lega, Fd’I e la civica di Michelini. E questo non perché nel centrodestra non ci siano altre forze, ma perché noi partiamo dal cosiddetto centrodestra tradizionale, cui si aggiunge Autonomia responsabile».
Cosa vi accomuna?
«La volontà di riconquistare Udine».
Nell’arcipelago del centr destra ha citato Autonomia responsabile di Tondo, ma non Alternativa popolare di Colautti. E’ soltanto un lapsus?
«No, per quanto mi riguarda l’obiettivo è quello di allargare la coalizione, ma sono consapevole che bisogna superare alcuni ostacoli. Nella fattispecie, i mali di pancia della Lega che non è aperta a questa soluzione. Uno schieramento il più ampio possibile ritengo sia una soluzione imprescindibile».
Al di là dello schieramento più o meno allargato, il centrodestra a Udine ha sempre perso sul candidato. O no?
«Tranne Adriano Ioan, è così. Ma questa volta ci sono due novità…».
Prego
«Prima: questa volta non c’è un sindaco uscente che, si sa, al secondo turno gode di una importante franchigia politica. Secondo: questa volta abbiamo un ampio spettro di candidature possibili».
Che sono…?
«Potrei citare Fontanini, Michelini e lo stesso Colautti. Senza contare le possibili sorprese».
Anticipazioni?
«Non ancora».
Non ha ancora citato Enrico Bertossi.
«A Bertossi, che ho sentito di recente, dico che si avvicini al centrodestra senza una pretesa aprioristica della candidatura».
Parliamo della Regione?
«Prima vorrei annunciare che verso fine maggio lanceremo una convention programmatica del centrodestra sulla città di Udine».
Uno dei temi…?
«Udine capitale del Friuli. In passato è stata un punto di riferimento e in Regione pesava, eccome. Oggi non è interlocutrice importante, né capitale».
Parliamo della Regione e dei possibili candidati presidenti. Bini no, perché dite che non è ancora pronto. Fedriga deve fare conti von il fatto che la Lega governa già due Regioni del Nord. Riccardi potrebbe essere l’uomo giusto. Di più: lui a Trieste; lei a Roma…
«Sia Fedriga, sia Riccardi sono due ottimi candidati. Da vicecoordinatore regionale non posso che sostenere convintamente la candidatura di Riccardi».
Bini?
«Può essere, come dice lui stesso, di ausilio al centrodestra».
Riprovo: Riccardi a Trieste e lei a Roma…
«Nulla di segreto. Abbiamo cercato di costruire un’ipotesi per avere a Udine una rappresentanza parlamentare e se possibile l’auspicata presidenza della Regione Fvg».