19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Politica friulana

Fontanini vs Carlantoni: il primo è per il taglio della giunta, il secondo dei compensi

Il capogruppo di Forza Italia a palazzo Belgrado studia da consigliere regionale. Prima si mette alla guida dei sindaci ribelli contro la riforma degli Enti locali e adesso rilancia la proposta del presidente della Provincia

UDINE - Il capogruppo di Forza Italia a palazzo Belgrado studia da consigliere regionale. E lo fa molto bene. Con metodo e tattica. Prima si mette alla guida dei sindaci ribelli contro la riforma degli Enti locali e adesso rilancia la proposta del presidente, Pietro Fontanini, di razionalizzazione delle spese della Provincia di Udine. E lo fa con il tempismo e la strategia di chi ha un progetto ben chiaro in testa. Quello, appunto, di accreditarsi una candidatura alle regionali. Ambizione, per altro, più che legittima.

Un ‘dimagrimento’ di giunta ci sarà
Dunque, il presidente Fontanini nel pacchetto della sua battaglia a difesa del mantenimento delle Province ha posto anche l’opportunità di uno snellimento della giunta. L’obiettivo dei tagli è ovviamente quello della riduzione della spesa. «Io sto preparando la rivisitazione della giunta perché abbiamo meno deleghe ed è dunque pensabile che i miei collaboratori diminuiscano», aveva riferito infatti il presidente al Diario di Udine nel corso dell’intervista a margine della conferenza stampa di fine anno. Un’ipotesi, questa, che era nell’aria da tempo, al punto tale che non appena Fontanini l’ha formalizzata, sono spuntati subito i nomi dei possibili candidati costretti a lasciare l’esecutivo.

Barberio e Quai nel mirino
Nel dettaglio, nel mirino dei tagli pensati da Fontanini ci sarebbero il leghista Leonardo Barberio e il forzista Marco Quai. Ma, in attesa della ratifica da parte dei due partiti, è arrivata la puntualizzazione del sindaco di Tarvisio. Calma e gesso, ha dichiarato in buona sostanza Carlantoni. Che ha invitato presidente, giunta e maggioranza a congelare ogni decisione a dopo le feste. Ma nel frattempo si è spinto anche oltre motivando la sua proposta di temporeggiare con la necessità di approfondire la questione.
Insomma, se il problema è quello dei tagli – ha mandato a dire – perché non pensare semplicemente a una riduzione del 30-35 per cento dei compensi di presidente e giunta? E ancora: perché rinunciare a due assessori che sono stati eletti e che in ogni caso dovranno rimanere sugli scranni dell’assemblea provinciale come consiglieri? Oppure, perché, a prescindere dal problema delle quote rosa, non ipotizzare di rinunciare a due assessori esterni come la leghista Elisa (Asia) Battaglia o la forzista Francesca Musto.

Fontanini medita
Carlantoni l’ha buttata lì. Ma è stato sufficiente a far lievitare alcune tensioni interne fra e dentro i partiti del centro destra. Come dire, insomma: sì a tagli, ma procediamo con una concertazione che non metta in difficoltà equilibri singoli e di coalizione. E Fontanini? Le sue reazioni sono sempre improntate al massimo aplomb e da buon mediatore sta valutando il tutto anche se alcuni suoi stretti collaboratori non escludono che sua intenzione sarebbe, potendo, andare oltre le due rinunce in giunta. Così, al netto di intese dell’ultima ora o di decisioni in solitaria, se ne riparlerà a 2017 ormai avviato.