Guardalinee a pagamento per i dilettanti: intervenga Pozzo
Le società dovrebbero pagare oltre 2 mila euro. Perché invece di accapigliarsi nel trovare una soluzione unanime i presidenti di club non chiedono un intervento finanziario alla famiglia Pozzo?
UDINE - I 120 venti milioni di Pogda. Quelli (un po’ di meno) di Higuain. De Laurentis che per assicurarsi un altro anno del Pepita all’ombra del Vesuvio gli aveva proposto una parte in un film per sua moglie. La compagna-manager di Icardi che arriva all’incontro con gli altri procuratori a bordo della sua Roll Royce. I miliardari cinesi (in attesa di quelli sauditi) che si stanno buttando a piene mani, sull’italico pallone. Insomma, le consuete follie legate a un calcio mercato sempre più folle e che fa a pugni con la situazione economica mondiale. Ma non è questo che mi turba, perché come dicono gli americani ‘business is business’. Rimango invece basita nell’apprendere che in mezzo a tanta ricchezza volgarmente ostentata, le squadre del Fvg che disputeranno il campionato di Promozione rischiano di doversi pagare i guardalinee. Insomma, le società dilettantistiche, la cui governance è affidata a qualche benemerito di turno e che già faticano a sbarcare il lunario, dovrebbero adesso fare fronte all’ennesimo salasso, circa 2.300 euro per ogni società.
La doccia fredda è stata annunciata nella riunione dei club interessati - che sono 32 - tenutasi pochi giorni fa a Udine. Inevitabile che le parole del presidente regionale della Figc, Gianni Toffoletto, abbiano incontrato la legittima indignazione dei presidenti dei club. Anche perché, paradosso nel paradosso, in Eccellenza i ‘servizi’ dei guardalinee costano di meno. Ora dato per assodato (e non sono certo un’esperta di calcio) che giocare senza guardalinee oppure avvalendosi di qualche tifoso di turno sarebbe decretare la fine della regolarità delle partite, non entro neppure nel merito del ginepraio che pare investire anche la Figc nostrana, mi permetto di avanzare una proposta a metà tra il provocatorio e il razionale.
Gli eventuali 2.300 euro che ogni società dovrebbe sborsare per garantire la presenza dei guardalinee non è una somma impossibile, ma rappresenta una parte della linfa vitale che fa sopravvivere molte società dilettantistiche. Le stesse che nei loro settori giovanili garantiscono i futuri campioncini alle società professionistiche che, spesso, fanno man bassa di piccoli talenti a prezzo di saldi. Da qui la mia proposta.
Perché invece di accapigliarsi nel trovare una soluzione unanime i presidenti di club, tramite i loro rappresentanti istituzionali della Figc del Fvg, non chiedono un intervento finanziario alla famiglia Pozzo? Perché l’udinese non potrebbe cioè garantire quel ‘servizio’, regalando 73 mila euro che per il bilancio dell’Udinese rappresentano dal punto di vista finanziario una goccia nell’oceano? A mio avviso sarebbe non solo un atto di grande lungimiranza da parte del vertice della squadra bianconera, ma anche una sorta di atto di riconoscenza verso il mondo dilettantistico che è il serbatoio dei club professionistici, soprattutto nei campionati nazionali giovanili. Sì, i francesi lo chiamerebbero beau geste, bel gesto. Io lo definisco semplicemente un gesto logico, di magnanimità, che metterebbe tutti d’accorso e che cementerebbe ulteriormente il feeling tra i friulani e l’Udinese calcio.