17 maggio 2024
Aggiornato 15:00
L'evento

Ingegneri: «Noi in prima fila contro il dissesto del territorio»

Seminario il 25 settembre in Regione, a Udine. Come esempio sarà preso il ponte provvisorio di Pietratagliata, ricostruito a tempo recordo dopo l'alluvione dell'agosto 2003

UDINE - Fu realizzato in otto giorni. Un lavoro immane che impegnò giorno e notte una cinquantina di uomini per consentire agli abitanti di Valcanale e Canal del Ferro (e quelli dell’abitato di Pietratagliata in particolare) di voltare pagina in fretta dopo l’alluvione dell’agosto 2003. La fotografia del ponte Bailey di Pietratagliata (14 metri di altezza, 3 di larghezza, due campate per complessivi 56 metri di lunghezza), simbolo della ricostruzione dopo quell’evento, prodotto anche della generosità di chi rispose alla sottoscrizione avviata dal Tg5, è una delle immagini-copertina del seminario, dal titolo ‘Il ruolo dell’ingegnere nella realizzazione delle opere di difesa dai dissesti idrogeologici’, organizzato dalla Federazione regionale degli Ingegneri, con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia e del Cni, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in programma venerdì 25 settembre a partire dalle 9 nel palazzo di via Sabbadini a Udine.
Dopo l’introduzione dell’ingegner Alessandrini, del presidente regionale degli ingegneri Pietro Zandegiacomo Riziò e di quello provinciale Stefano Urbano, sono in scaletta gli interventi della presidente della Regione Debora Serracchiani, del direttore centrale Infrastrutture Magda Uliana e del vicedirettore centrale Ambiente Roberto Schack.

L’importanza della prevenzione
«Il nostro è un ruolo specifico e fondamentale sia sul fronte della prevenzione che su quello dell’intervento a seguito di un’alluvione, di una frana, di una valanga – spiega Francesco Alessandrini, coordinatore della commissione geotecnica e idraulica dell’Ordine degli Ingegneri di Udine –. L’obiettivo del seminario è di smorzare le esagerazioni emotive legate al tema e, entrando nel concreto delle problematiche, di promuovere la figura dell’ingegnere come quella più indicata, per specifica preparazione, ad affrontarlo».L’incontro servirà inoltra a ‘smontare’ la diffusa affermazione di una scarsa attenzione, anche in regione, rispetto ai pericoli che, soprattutto in area montana, la natura può determinare. «Non è vero che si fa poco o nulla e male per difendersi dai dissesti idrogeologici – rimarca Alessandrini –. Al contrario qualcosa si fa, e spesso anche bene». Per dimostrarlo, dopo una mattinata dedicata a interventi istituzionali e di inquadramento del settore, seguirà un pomeriggio di presentazione di una serie di interventi, meritevoli di attenzione per tipologia, complessità o innovazione, che riguardano il superamento di criticità in ordine a fenomeni di dissesto idrogeologico, realizzati da ingegneri in ambito regionale: dalle opere di consolidamento in località Salars in comune di Ravascletto al bacino di espansione del torrente Cormor, dai lavori di contenimento del dissesto franoso a Ligosullo alla sistemazione degli argini del Tagliamento a Latisana. Fino, appunto, al ponte provvisorio di Pietratagliata, emblema di quanto gli ingegneri rappresentino una figura chiave in questo campo.