Caso burkini: il Comune di Trieste pronto a vietarne l'uso
Il vicesindaco leghista Roberti sarebbe pensando a un'ordinanza ad hoc. Intanto il ministro Angelino Alfano smarca il governo italiano dalla linea dura del premier francese
TRIESTE – Il ‘caso burkini’ approda anche a Trieste, dove il vicesindaco leghista Pierpaolo Roberti è pronto a portare in Consiglio comunale una proposta per vietare l’uso di questo costume da bagno che copre il corpo e la testa, utilizzato da alcune donne islamiche. A Trieste si pensa di limitare l’uso di questo indumenti sulle spiagge cittadine, da Barcola al Bagno Lanterna, sulla scia di quanto sta avvenendo in Francia.
Roberti, dalle pagine de Il Piccolo, ha evidenziato il suo punto di vista sul fenomeno: «È una cosa preoccupante, perché genera inquietudine nelle signore che frequentano il ‘Pedocin’ e perché è evidente la sottomissione subita da una donna che si sente obbligata a indossare una copertura totale per andare al mare. Per la nostra società è inaccettabile».
Una questione delicata, soprattutto perché sfiora anche questioni di tipo religioso, che non mancherà di provocare reazioni e polemiche.
Intanto il ministro Angelino Alfano smarca il governo italiano dalla linea dura del premier francese Manuel Valls, che ha definito il costume da bagno delle donne islamiche «incompatibile con i valori della Francia», in quanto «espressione di un'ideologia basata sull'asservimento della donna». Queste le parole di Alfano: «L'Italia è l'Italia, da noi non c'è il dilagare del fenomeno del burkini. E la Costituzione prevede la libertà di culto».
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