29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
10 febbraio

Meloni: «Con il Giorno del Ricordo è caduto il muro di omertà»

La presidente di FdI-An parla delle sofferenze patite 70 anni fa dagli italiani uccisi dal regime titino nelle foibe e attacca: «C’è ancora chi è talmente accecato dalla propria visione ideologica da farla prevalere sulla propria identità nazionale»

TRIESTE – ‘Giornata del Ricordo’. Momento di riflessione istituito per legge dal 2004, motivo di sofferenza per più di mezzo secolo per migliaia di italiani, dimenticati dalle istituzioni e snobbati dalla politica. Oggi l’Italia ricorda le vittime delle foibe con cerimonie ufficiali, e mostra le immagini delle migliaia di persone costrette a fuggire dall’Istria e dalla Dalmazia per sopravvivere. Esodo, foibe, confine orientale, oggi, non sono più parole tabù. Ma non in tutte le porzioni della società è ancora così, e una 'memoria condivisa' fatica a prevalere sulle ideologie e sulle convinzioni politiche.
Abbiamo chiesto alla presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni, di riempire di significato la ‘Giornata del Ricordo’, dando merito a coloro che la stessa parlamentare romana definisce «italiani due volte, per nascita e per scelta».

Che significato ha, oggi, la ‘Giornata del Ricordo’?
«Ha certamente un significato molto profondo: con l’istituzione del ‘Giorno del Ricordo’ l’Italia ha finalmente riabbracciato i suoi figli dimenticati, e ha rotto un assordante muro di silenzio e omertà calato su uno dei capitoli più bui della nostra storia nazionale. Quanto è accaduto sul confine orientale quasi 70 anni fa, il martirio dei nostri connazionali uccisi dal regime titino nelle foibe e l’esodo di oltre 350 mila italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, rappresenta ancora oggi una profonda ferita».

Una ricorrenza utile a non dimenticare?
«Per anni si è fatto finta di non sapere, per anni sui libri di scuola è stato scritto e abbiamo letto che le foibe erano delle ‘cavità carsiche mete di frequenti suicidi’. Ancora ggi, su alcuni prestigiosi vocabolari ed enciclopedie, la definizione di ‘foiba’ viene scandalosamente liquidata con l’analisi geologica di ‘dolina carsica’. Oggi l’Italia celebra il 10 febbraio e dedica questo giorno ai suoi martiri barbaramente uccisi nelle foibe e ai nostri connazionali due volte figli d’Italia, per nascita e per scelta».

Eppure per anni era meglio non parlare di foibe ed esodo.
«In Italia purtroppo c’è ancora chi è talmente accecato dalla propria visione ideologica da farla prevalere addirittura sulla propria identità nazionale e il proprio amor patrio. Emblematico, da questo punto di vista, è quello che accade ogni anno alla vigilia del ‘Giorno del Ricordo’, con casi di oltraggio alla memoria delle vittime italiane e toni spesso dimessi delle commemorazioni. Eppure parliamo di una giornata che meriterebbe massima attenzione da parte di tutte le istituzioni nazionali e locali, visto che è stata istituita per onorare la memoria di migliaia di nostri connazionali barbaramente trucidati solo perché italiani, e per ricordare l’esodo di  350 mila italiani di Istria, Fiume e Dalmazia che abbandonarono tutto per fuggire dal folle disegno di pulizia etnica del regime titino e a cui lo Stato non ha mai chiesto abbastanza scusa per il trattamento che ha riservato loro».

Sarà mai possibile una memoria condivisa su questo tema?
«Mi chiedo per quanto tempo ancora ci sarà chi negherà o minimizzerà quello che è accaduto impedendo così al nostro popolo di costruire un’Italia giusta che faccia della condivisione della memoria un valore indiscutibile. In ogni caso, nonostante tutto, l'Italia non dimentica e non vuole dimenticare il più grande genocidio contro il popolo italiano».