27 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Stasera le prime partenze

Cento profughi trasferiti in Lombardia, Liguria e Abruzzo

Cinquanta partiti alla volta di Milano, gli altri diretti a Chieti. Zappalorto: «Si alleggerisce la pressione su Gorizia, ma la situazione è tutt'altro che risolta»

GORIZIA -  Cinquantasei trasferiti tra Liguria e Lombardia. Poco meno diretti al Cara di Chieti, in Abruzzo. Le proteste del sindaco Ettore Romoli, che nelle scorse ore aveva minacciato (e poi messo parzialmente in pratica) lo sgombero del piazzale antistante la chiesa di San Francesco, hanno sortito l'effetto sperato. Centotto profughi, praticamente tutti fuori convenzione e senza una dimora fissa, saranno trasferiti in queste ore in Lombardia e Abruzzo. Quelli che dormivano davanti al refettorio dei Cappuccini - 56 in tutto - sono già partiti alla volta di Genova e Bresso (in provincia di Milano), gli altri invece lasceranno Gorizia domattina, partendo dal dormitorio Caritas di Piazzutta.

L'emergenza non è cessata
«Chiaramente si tratta di una decisione che alleggerisce la pressione su Gorizia - spiega il prefetto, Vittorio Zappalorto -, anche se è chiaro che la situazione non è risolta: gli arrivi, purtroppo, sono continui e quotidiani». L’emergenza, insomma, non è cessata. «E’ arrivata una prima risposta che ci attendevamo - ha commentato il sindaco Romoli -. Con queste partenze, la situazione diventa quantomeno sopportabile: dopo i trasferimenti di domani sostanzialmente non ci saranno più in città profughi fuori convenzione, dunque costretti a dormire all’aperto».