Jova Beach Party: a Viareggio vincono gli ambientalisti
Italia Nostra: «Il Jova Beach Party dovrà rispettare tre habitat di specie di piante dunali protetti a livello europeo che gli organizzatori volevano distruggere e che ora vanno transennati e protetti»
«Finalmente riconosciuto il valore ambientale delle spiagge italiane 'antropizzate'. Limitati i danni, anche se non convince la 'soluzione' con distruzione e successivo ripristino sul quarto habitat, il più vasto». Così si spiega in una nota di Italia Nostra. «Il Jova Beach Party dovrà rispettare tre habitat di specie di piante dunali protetti a livello europeo che gli organizzatori volevano distruggere e che ora vanno transennati e protetti».
«Su un quarto habitat, che sarà interessato e impattato pesantemente dai lavori, dovranno mettere in campo ulteriori operazioni per un difficile ripristino al fine di favorirne la ripresa vegetativa. Operazione a nostro avviso illogica, scorretta e fortemente diseducativa (ambiente usa-e-getta), visto che si tratta di depauperare un ambiente esistente per poi provare a ricostruirlo. Un'azione che la dice lunga sulla sostenibilità dell'evento».
«Grazie allo sdegno e alla mobilitazione di migliaia di cittadini da tutte le parti della Penisola, agli esposti e a un campionamento scientifico redatto dal professor Giovanni Bacaro, docente di Botanica Ambientale ed Applicata all'Università di Trieste, nonché all'attenzione mostrata da alcune Istituzioni, in particolare dalla Capitaneria di Porto di Viareggio e dalla Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, è stato possibile almeno bloccare parte dello spianamento in progetto sulla spiaggia libera del Muraglione».
Alla fine, lo stesso Ente Parco Regionale di Migliarino San Rossore - si aggiunge - nel parere ha dovuto dare ragione alla nostra posizione circa gli obblighi di tutela relativa a quelle piante, tra l'altro facendo emergere che nell'evento del 2019 era stata danneggiata parte della duna (della zona Croce Verde), con violazione delle prescrizioni. Le associazioni e i cittadini in questi giorni hanno fatto un enorme lavoro con circostanziate osservazioni dirette agli enti, anche di tipo legale, sulle norme da rispettare e sulla necessità di garantire la connessione ecologica tra le aree rilevanti dal punto di vista naturalistico, oltre a svolgere un continuo presidio sul campo, per evitare che le ultime dune lungo la strada del tour di Jovanotti venissero spianate.
A Viareggio ha avuto finalmente un primo anche se parziale stop l'opera di distruzione di habitat protetti per far posto a concerti privati a scopo di lucro. Quanto denunciato su altre spiagge d'Italia - citiamo tra tutte Lido di Fermo, Vasto, Cerveteri, Roccella Jonica, Castel Volturno, Barletta, Marina di Ravenna - grazie al progressivo aumento dell'indignazione popolare, ha trovato a Viareggio tutte le conferme del caso. Rammarica che nelle tappe citate le istituzioni non abbiano operato per tutelare la biodiversità, e anzi, alcuni sindaci abbiano avuto il coraggio di affermare - al pari di Trident e Jovanotti - che la spiaggia è stata restituita «migliore di prima».
Il comunicato è firmato dal 'Coordinamento Il Moletto non si Tocca', Comitato per la Salvezza della Pineta, Italia Nostra Versilia, Legambiente Versilia, Repubblica Viareggina, Collettivo Dada Boom, Cantiere Sociale Versiliese, USB, Apuane Libere odvc, Amici della Terra Versilia, GrIG Apuane, Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps-Federata a Movimento Consumatori Nazionale, Italia Nostra.
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