24 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Fedex contro Franceschini

Fedez accusa Franceschini di conflitto d'interesse. Il ministro: «Lo porto in tribunale»

ll ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, querela Fedez: «Ha superato la soglia di tolleranza calunniando me e mia moglie, lo porto in tribunale».

ROMA - Ancora attriti tra Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali e il cantante Fedez che da tempo ha affidato la gestione dei diritti d’autore a Soundreef. L’accusa, nata dal rapper italiano, scaturisce da un probabile conflitto di interessi che riguarderebbe Franceschini e la Siae. «Andate a vedere che lavoro fa la moglie del ministro. Gestisce gli immobili di Siae. Questo è in conflitto con il ruolo di ministro dei Beni culturali», ha dichiarato Fedez due giorni fa durante la conferenza Compose the futur promossa a Luiss Enlabs, proprio da Soundreef, un gestore indipendente dei diritti d’autore in opposizione a Siae. In tutta risposta, secondo alcune dichiarazioni recentemente rilasciate a AdnKronos, Franceschini agirà giudiziariamente contro di lui: si tratta solo di calunnie.

Quando è troppo è troppo
«Sarà la decima volta che tira fuori questa storia assurda, calunniando me e mia moglie. Ha calunniato me e mia moglie ignorando le norme che ha approvato il Parlamento. Finora ho pensato fosse meglio far finta di niente, ma ora ha superato anche la mia, molto molto alta, soglia di tolleranza e per questo ho già dato incarico di agire giudiziariamente contro di lui. E' la prima volta che lo faccio dopo tanti anni di vita politica ma lui ha mezzi più che sufficienti per risarcire i danni che ci sta creando», ha dichiarato Franceschini ormai spazientito.

E la Siae?
Se da un lato Franceschini sembra non poterne più delle accuse di Federico Leonardo Lucia, alias Fedez – che afferma essere soltanto calunnie – dall’altro tutti dovrebbero aspettarsi una risposta anche dalla stessa Siae. Ed infatti anche la Società Italiana degli Autori ed Editori comincia a reagire dichiarando che le affermazioni di Fedez sono «inaccettabili e inammissibilmente false e insultanti». In una nota la Siae riporta anche che «È documentalmente destituita di qualunque fondamento la circostanza secondo la quale la signora Michela Di Biase [moglie di Franceschini, nda] gestirebbe gli immobili di Siae». Per tale motivo ha dichiarato di aver «dato mandato ai propri legali di tutelare l'onorabilità della Società, chiedendo agli stessi di reagire con la massima durezza consentita dall'ordinamento giuridico».

Maretta tra Fedez e Siae
Verrebbe da chiedersi qual è il motivo del dissapore che si è venuto a creare tra Franceschini e Fedez o, più probabilmente tra il cantautore italiano e la Siae. Pare che tutto inizi poco più di anno fa, intorno all’aprile del 2016 quando Fedez dichiara - in riferimento (indiretto) alla stessa Siae - «Voglio sostenere chi fa della trasparenza e della meritocrazia un valore fondante», lasciando per sempre La Società Italiana degli Autori ed Editori per affidarsi a Soundree. O, perlomeno, questo è quello che credeva inizialmente. Infatti in breve tempo si accorge che la Siae incassa ancora alcuni diritti in relazione ai suoi concerti. Ed ecco che scatta la polemica: «Continua a incassare in modo indebito i diritti su miei concerti. Hanno lanciato una propaganda del terrore verso gli organizzatori dei concerti per continuare a farsi versare le royalties. Non sanno con chi hanno a che fare: chiederò un decreto ingiuntivo per riaverli», racconta Fedez riferendosi al suo J-Ax & Fedez Summer Tour. La risposta della Siae? Decisamente laconica: «Quei brani hanno tanti padri, dobbiamo rappresentarli tutti».

La visione di Fedez
«Il tema centrale è che da 130 anni esiste un monopolio di un’associazione non a scopo di lucro per centina di milioni di euro e il regime monopolista non è cambiato, quindi Siae detiene ancora il monopolio. Di conseguenza il mercato non si è aperto, i concorrenti non possono arrivare. E tutti sappiamo che quando si apre il mercato alla concorrenza chi trae i benefici è il fruitore finale, in questo caso gli artisti. Quindi in questo caso si sta cercando di agevolare un monopolio e non gli artisti», conclude Fedez alle cui dichiarazioni saranno senz’altro d’accordo centinaia di autori - e non solo.