Nasceva 100 anni fa Frank Sinatra, The Voice
E' stato un simbolo per gli Stati Uniti e per il mondo; con la sua voce, i suoi occhi e la sua vita ha incantato tutti. Noi lo ricordiamo così
ROMA - Tra il 1943 e il 44, per ben 23 volte le sue canzoni sono entrate nella top ten delle classifiche americane ed è così che ha conquistato il titolo di The Voice. In quegli anni la sua voce è tra le più popolari anche alla radio e l'appellativo prestigioso è riconosciuto in tutto il mondo.
Gli appellativi di simbolo
Ma Frank (Sinatra) aveva anche altri appellativi, molto utilizzati negli Stati Uniti, ma meno noti all'estero. Così era Ol'Blue Eye, vecchi occhi azzurri, o più maliziosamente Swoonatra, una creasi tra il cognome e il verbo to swoon, svenire, per l'effetto che aveva sulle sue ammiratrici, o, puntando il dito sul suo ruolo in ambito professionale, Chairman of the Board, ovvero il Presidente del Consiglio di Amministrazione dello Spettacolo.
La vita
Francis Albert Sinatra nasceva il 12 dicembre di 100 anni fa a Hoboken, sobborgo di New York per immigrati e bravi lavoratori; l’ultimo trionfo pubblico fu fissato nel 1995, giusto vent’anni fa, per l’addio alle scene: un concerto per pochi intimi, appena più di 1000, a febbraio e una festa a novembre, per solo 400 fortunati ma quasi 150 milioni di spettatori, grazie alla diretta tv. Era l’apoteosi di una star che per oltre 60 anni ha dominato le scene, tanto che per salutarlo tutti i teatri di Broadway fecero un minuto di silenzio.La morte sarebbe giunta tre anni dopo, il 14 maggio 1998. Frank Sinatra, americano di prima generazione, figlio di un boxeur di Palagonia (in Sicilia) e di una volitiva genovese (Natalia «Dolly»Garavante), non è un figlio della miseria e del disagio da immigrato. Allevato dai nonni, spesso solo e ribelle, il ragazzo si conquista l’attenzione dei compagni di scuola facendo l’imitatore e il cantante: sogna di diventare come il suo idolo Bing Crosby. La data del debutto ufficiale è a scuola, nel 1930, ma subito dopo viene espulso e si deve trovare un lavoro. La sera però comincia a esibirsi nei locali. diventa un saloon singer con paga da fame e ritmi frenetici, ma fa carriera in fretta.
Il successo
La prima canzone registrata è del 1939, la prima tournée nell’orchestra di Tommy Dorset del 1940, il primo ingaggio per il cinema del 1941, l’esordio con un ruolo significativo del 1944 («Higher and Higher») dopo un paio d’anni passati a cantare per le truppe americane impegnate in guerra. Personaggio pubblico fin da giovane (sarà amico di ben quattro presidenti, da Roosevelt a Kennedy, da Nixon a Reagan, anche se per nessuno si spenderà come per JFK), mito della prima generazione di ventenni del dopoguerra, star carismatica dallo sguardo magnetico, riesce difficile dire se Frank Sinatra sia stato più grande come cantante, come showman o come attore. Certamente il soprannome più celebre, The Voice, celebra la sua completezza vocale, il timbro di velluto, l’abilità nel costruire una serie impressionante di successi indimenticabili con oltre 600 milioni di dischi venduti e folle oceaniche per i suoi concerti.
Gli eccessi e l'ultimo saluto
Ma nella sua carriera a Hollywood si contano decine di premi importantissimi. Negli anni '60 i casinò di Las Vegas, in cui è ambientato Colpo Grosso, erano quotidiano terreno di caccia per Sinatra e i suoi amici ed era quello il set ideale di un pericoloso miscuglio tra finzione e vita reale che a Sinatra procurò non pochi guai. I pettegolezzi sulle sue frequentazioni con la mafia risalivano alla fine degli anni ’40. Vennero poi le indagini dell’FBI (mai approdate a un’incriminazione a dire il vero), le foto con il boss Gambino e l’amicizia con Joe Adonis. Da tempo si parla della biografia di Frank Sinatra che Martin Scorsese vorrebbe realizzare con Leonardo Di Caprio protagonista. Il progetto resta ancora sulla carta per controversie con la famiglia (peraltro divisa tra il clan della quarta moglie Barbara e i tre figli del primo matrimonio). Seduttore per tutte le stagioni, da Grace Kelly ad Ava Gardner, dalla terza moglie Mia Farrow a Kate Moss (baciata senza che protestasse dall’ormai anziano Sinatra sotto gli occhi attoniti del fidanzato Johnny Depp), essere fragile e prepotente, piccolo-grande Napoleone della musica, Sinatra può essere ben dipinto dalle circostanze del suo funerale. Nel pomeriggio di quel 20 maggio 1998, sei giorni dopo la morte, vennero in oltre 400 alla chiesa cattolica di Beverly Hills, da Gregory Peck a Sophia Loren. La bara fu scortata da un picchetto militare in alta uniforme, ma la lapide è piccola e quasi anonima nel cimitero di Palm Springs, lo stesso dei suoi genitori. Sinatra venne sepolto con la cravatta con i colori sociali del Genoa Football Club per sua esplicita richiesta e sulla pietra è inciso il motto da lui voluto: «Il meglio deve ancora venire».