29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Top World Restaurant

In Alsazia, nel romantico Auberge de L’Ill

Una storia lunga 150 anni, una saga famigliare che ancora continua, e ai massimi livelli di qualità.

ILLHAEUSERN - Questa è una storia, una storia costruita con un 90% di ingredienti fondamentali, quindi certi, e con un 10% di vinaigrette. Come un insalata, alla francese. Una storia si racconta cominciando così: c’era una volta. Si, «C’era una volta», più di 150 anni fa, quando una famiglia si recò in un minuscolo villaggio lungo un piccolo e pacato corso d’acqua chiamato Ill per avviare una modesta azienda agricola e un grazioso albergo di campagna. Nacque così L’Arbre Vert. La famiglia si chiamava Haeberlin. Il villaggio si chiamava Illhaeusern: «le case lungo l’Ill»

ACQUE CALME - Il giardino degradante, il salice piangente riflesso su quelle acque ferme come un lago; la scultura di bronzo che riproduceva una passeggiata di anatre, o forse oche? Gli interni sobri e curati, i toni dei colori calmi come le acque dell'Ill. Tutto armonico, tutto perfetto, già da prima di mettersi a tavola, già appagati da tanta pace e tranquillità.

DISTRETTO GASTRONOMICO - Strasburgo arrivò a poter offrire ai gourmet due ristoranti con tre stelle Michelin, contemporaneamente: il classico e compassato Le Crocodile all'epoca governato da di Emile Jung e il vertiginoso padiglione vetrato del Buerehiesel di Antoine Westermann. Disporre della vicinanza con  la Germania da un lato, e della clientela che gira intorno ai lavori del Parlamento Europeo dall'altro consentiva questo e altri lussi. Quindi, fuori Parigi, il distretto gastronomico alsaziano arrivò a toccare vertici mai visti, mettendoci pure la costellazione dei due stelle che ne incoronavano il circondario, nei trenta minuti di auto necessari per andare al Cheval Blanc di Lembach, a Le Cerf di Marlenhein e in seguito fino a Untermuhlthal, per conoscere il sommo: L’Arnsbourg di Jean Georges Klein.

UN ESSICATOIO DI TABACCO - Non sono mai mancate le alternative nel distretto gastronomico alsaziano, del basso e alto Reno, ma non è comunque consueto dormire in un sontuoso essiccatoio per tabacco, fare colazione su una elegante chiatta galleggiante su un fiume, mangiare divinamente di fronte ad una vetrata dove poter fissare tutto il tempo un salice piangente. L’Hotel des Berges e L’Auberge de L’Ill degli Haeberlin colmano ogni lacuna.

LE SPECIALITA' - Le saumon soufflè arriva trionfale sulla tavola, prima ancora di un’ardita composizione di scampi e testina di vitello, corredati da una divina salsa che ristabilisce l’ordine in un rapporto apparentemente contro natura. Qui, in questa terra che ha cambiato più volte lingua e accenti: duro, rigido e spigoloso come può essere il tedesco; cordiale, ruffiano e armonioso come può essere il francese. In luoghi nei quali, un paio di guerre mondiali poterono, se non uccidere, dividere una famiglia in due. Dipendeva da quale delle due parti venivi al mondo, in quale periodo, e dove erano stati tracciati i confini in quel momento.

IERI E OGGI - Nonna Marta e nonno Fritz, zio Jean Pierre e papà Paul. Un tempo fu l’Auberge L’Arbre Vert, ma sul finire della seconda guerra mondiale il villaggio, il ponte e l’Auberge furono bombardati e distrutti. Dalle macerie nacque l’Auberge de L’Ill. Una stella Michelin nel 1952, la seconda nel 1957, la terza (mai più persa) dal 1967. Quarantotto anni fa. Marc Haeberlin è li, anche oggi, a rappresentare la quarta generazione della famiglia, per non dimenticare come si cucina ancora oggi le saumon soufflè e a ricordare che il suo foie gras migliore lo si può fare solo con le oche e non con le anatre.